L’Associazione di Promozione Sociale Comitato Attivisti Siracusani, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, domenica 27 dalle ore 9 alle ore 12, darà la possibilità per la prima volta di accedere alle Terme Bizantine, sito in via Armando Diaz 49a. L’ingresso è gratuito.
Quando si guarda alla storia di Siracusa il momento di massimo splendore è stato sicuramente quello della città greca, fondata dal Corinzio Archia e caduta nel 212 a.C. durante l’assedio romano.
Siracusa, però, rimase una città di grande importanza anche sotto la dominazione romana e poi, in seguito, dopo la caduta dell’impero, in epoca bizantina, quando la Sicilia venne riconquistata all’Impero romano d’oriente sotto il quale rimase per diversi secoli. Poco però si è scritto e indagato sulla Siracusa bizantina. Tra i momumenti che ancora oggi sono visibili in città vi sono però delle terme, datate ad epoca bizantina e scavate dalla metà degli anni trenta dall’archeologo Giuseppe Cultrera.
Purtroppo, queste piccole terme, ubicate nei pressi del più antico arsenale greco e dell’odierno porto piccolo, non sono rimaste immuni all’ondata urbanistica degli anni sessanta durante la quale vennero commesse operazioni edilizie oggi difficilmente giustificabili. Tra queste la decisione di realizzare una palazzina proprio sopra le terme. Il termine “sopra” non è utilizzato in maniera figurativa ma il palazzo venne purtroppo proprio costruito su dei pilastri in cemento che affondano tra gli ambienti dell’area archeologica. Se le abitazioni cominciano dal primo piano, al pianterreno, al di là della recinzione e della cancellata eternamente chiusa, si intravedono ancora i vari ambienti delle terme tra le ombre del palazzo e dei pilastri. Sicuramente un esempio emblematico degli scempi edilizi realizzati durante gli anni del boom economico.
Eppure, negli anni trenta, durante i primi scavi era stato dato grande risalto a queste terme, secondo alcuni identificabili con i “bagni di Dafne“, tanto che anche un servizio dell’istituto Luce, ancora rintracciabile in rete, ne dà notizia.
Una delle ipotesi più suggestive ma non provate è che questo luogo possa essere identificato con i “bagni di Dafne”, citati da Teofane nella sua opera Chronographia. Lo storiografo ci informa che il nome di queste terme siracusane veniva dalla presenza di un affresco dedicato al mito di Dafne e che il luogo era quello ove era stato ucciso Costante II, imperatore dell’impero romano d’oriente. Costante II governò in un periodo di grande crisi per l’impero bizantino e viaggiò in Italia, divenendo l’ultimo imperatore ad aver visitato Roma. Si stabilì poi a Siracusa ove soggiornò dal 663 al 668 d.C. Gli studiosi ancora oggi dibattono se quella dell’imperatore sia stata sola una dimora temporanea o se la capitale dell’impero in quegli anni sia stata spostata a Siracusa o se non altro se questo progetto fosse tra i progetti di Costante II. La sua lontananza da Costantinopoli non mancò però di creare gelosie e tensioni che sfociarono nell’uccisione dell’imperatore, secondo il racconto di Teofane da parte di un servitore che, mentre faceva il bagno nelle terme, lo colpì con un pesante vaso metallico.
Nella stessa zona è stato rinvenuto anche un piccolo tesoretto della stessa epoca e un elaborato anello che alcuni studiosi hanno con una certa suggestione voluto ricondurre allo stesso Costante II. Questo importante reperto appartiene oggi alle collezioni del museo archeologico “Salinas” di Palermo.