1 milione 560mila 298 dosi somministrate su una disponibilità di 2 milioni 96mila 785, il 74.4 %, mentre la media nazionale è dell’82 %. La Sicilia è ultima, ha la percentuale peggiore rispetto a tutte le altre regioni, anche della Calabria, che aveva tenuto a lungo il primato negativo.
E dire che, lo scorso 27 marzo, giorno della visita del commissario nazionale, Francesco Figliuolo a Messina, la Sicilia era, addirittura, al primo posto con una percentuale dell’86 %. Cos’è successo poi? Il caso Astrazeneca, soprattutto, ma anche la mancanza di prenotazioni da parte di ultra 80enni. La Regione ha quindi concesso la possibilità di vaccinarsi senza prenotazione, con Pfizer o Moderna per gli ultra 80enni e le persone con patologie e con Astrazeneca per gli ultra 60enni senza patologie. I risultati, però, non sono quelli sperati. C’è stato un incremento di vaccinazioni, ma non abbastanza, e, soprattutto negli ultimi giorni, sono state sempre meno.
Insomma i vaccini ci sono ma mancano gli ultra 60enni che vogliono vaccinarsi. O forse alcuni ci sarebbero, ma diffidano di Astrazeneca. E la sanità regionale ha scorte per 250mila dosi del siero anglo-svedese, numero di poco inferiore al necessario per le seconde dosi a chi si è fidato e ha ricevuto la prima.
Le vaccinazioni, però, non possono fermarsi. Ecco perché la Regione ha deciso di ampliare la platea anche alle persone che hanno tra 50 e 59 anni che potranno prenotarsi a partire da oggi ma saranno vaccinati a partire dal 13 maggio. Un dato, quello dei vaccini, che rientra tra i parametri per stabilire in quale zona inserire le regioni. Anche se i nuovi contagi sono in lieve calo da due settimane, la Sicilia è destinata a restare in arancione, come Sardegna e Valle d’Aosta. A parte queste tre regioni, tutta l’Italia sarà in zona gialla.