La fase pandemica e conseguente la reclusione forzata hanno costretto il mondo della scuola a ricorrere alla didattica online. Non è difficile immaginare però tutte le difficoltà che si celano dietro questo provvedimento, senz’altro necessario ma che sta lasciando indietro tante e tanti.
La pandemia globale non può essere una scusa per la lesione del diritto allo studio, per questo l’Unione degli Studenti Siracusa condotto un’inchiesta cittadina.
I dati risultano esplicativi: Più del 50% degli studenti e delle studentesse pensa che la didattica a distanza sia escludente e infatti il 37,7% afferma che qualche compagno ha difficoltà a seguire le lezioni.
Il problema degli strumenti elettronici continua a permanere con una percentuale dell’8,8% di studenti sprovvisti di quest’ultimi; ma la problematica maggiormente rilevata è relativa alla connettività.
Il 34,4% dichiara di avere problemi di connessione, il 17,9% di questi afferma che questi problemi siano addirittura escludenti rispetto alla didattica online.
Un altro dato interessante risulta essere quello relativo alle pause tra una lezione e l’altra: il 38,6% afferma di essere insoddisfatto dell’organizzazione delle lezioni, che non tengono conto dei ritmi degli studenti e della salute (fisica e psicologica) di quest’ultimi.
Risulta evidente come la didattica a distanza stia estremizzando le disuguaglianze già presenti nel mondo della scuola e che riproponga tutti quegli atteggiamenti che lo rendono escludente e inaccessibile: lo spietato frontalismo, la corsa ai programmi, l’assenza di momenti di supporto psicologico agli studenti…
Il covid-19 ci sta dimostrando tutte le fragilità del nostro sistema scolastico e sta mettendo in luce tutte le conseguenze di anni di definanziamento e dell’assenza di un progetto complessivo di inclusione.
Questa pandemia deve quindi aprire una fase di riflessione profonda e collettiva sulle nostre scuole, con tutte le componenti che le attraversano.
E’ questo il momento per reimmaginarle, per ribaltarle, per costruire un’alternativa e per prendere la parola.