C’era una lingua che poteva diventare il vero “Esperanto” per il Mediterraneo. E per alcuni secoli lo è stata. Superata poi dall’inglese grazie alla invenzione della radio e all’evolversi delle fasi geo-politiche sopravvenute. Questa lingua è il Sabir, detta anche come Lingua Franca Mediterranea.
IL Sabir è stato utilizzato dal mondo marinaro, pescatori, naviganti, marittimi, fino agli albori del millenovecento. Si parlava in tutti i porti del Mediterraneo, quindi anche a Siracusa, come ad Augusta.
Una lingua che oggi, in un’epoca dove la pace è messa in discussione, potrebbe definirsi Lingua Mediterranea della Pace e dell’inclusione .
E così l’ha chiamata il giornalista Carmelo Miduri che da tempo studia questo evento storico rimasto solo alla attenzione di specialisti e quasi rimosso dalla storia.
Ora se ne parlerà in un apposito convegno, organizzato appunto da Carmelo Miduri per Siracusa Città Educativa, per il prossimo venerdì 2 maggio, alle ore 17,30, presso l’Urban Center di via Nino Bixio.
Con Carmelo Miduri tratterà il tema Giuseppe Costa (Gilgoph) che approfondirà le potenzialità culturali inclusive di una lingua come il Sabir.
Il Sabir era un mix di vari idiomi, dal siciliano al turco, dallo spagnolo al veneziano , all’arabo. E con pochissime parole consentiva a marinai di ogni paese rivierasco del Mediterraneo , dalla parte europea come da quella africana, di comunicare, trattare nel commercio, relazionare.
Il convegno proporrà anche la recita, accompagnata da musica, della preghiera Padre Nostro che sarà espressa in lingua Sabir da un sacerdote, don Andrea Pitrolo, parroco di San Gaetano a Portopalo.