Sindacati, istituzioni e associazioni di categoria. Un tavolo di confronto virtuale, sul tema “Progettiamo insieme il futuro – Recovery Plan: un’occasione da non perdere”, si è svolto ieri, in remoto, con la regia di Cgil, Cisl e Uil e i rispettivi segretari Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, i quali hanno offerto uno spunto di confronto attraverso la bozza di un documento che raccoglie le emergenze del territorio e le necessità di una rapida soluzione per la rinascita e la ripresa.
L’obiettivo dell’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil, sarà adesso la redazione di un documento unico che contenga i contributi emersi durante il dibattito e che potrà rappresentare la Piattaforma territoriale da consegnare alle
deputazioni regionali e nazionali.
“Il rilancio del tessuto sociale ed economico del nostro territorio, lacerato da una crisi senza precedenti, passa attraverso l’utilizzo delle risorse contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tutti auspichiamo arrivino copiose anche da noi – dicono i tre segretari nella bozza del documento -. Conosciamo tutti le enormi difficoltà fino ad oggi registrate nella capacità di spesa del nostro sistema territoriale, ma questo è il tempo del progettare e del costruire il nostro futuro senza tentennamenti né dispersioni di sorta individuando prima gli ostacoli potenziali e il modo per superarli”. Un documento nel quale si parla di “Rafforzamento del nostro Servizio Sanitario Pubblico, il potenziamento del porto di Augusta, la lotta alle disuguaglianze parte dalla infrastrutturazione materiale e immateriale della mobilità, il superamento del vecchio modello dell’industria puntato esclusivamente sulla petrolchimica in direzione della transizione energetica e della decarbonizzazione e della innovazione tecnologica”.
“Questioni tutte prioritarie così come tante altre poste sul tavolo di confronto – hanno poi aggiunto i segretari – Dobbiamo naturalmente accelerare i tempi e fare in modo che si possa avere una cabina di regia. I problemi sono vari e di svariata misura. Non possiamo non tenere conto, ad esempio di alcuni dati Istat che impattano in maniera evidente nel nostro territorio. C’è una crisi occupazionale evidente che è diminuito rispetto all’anno precedente. Siamo nella fase in cui dobbiamo provare ad avere idee chiare su quali progetti puntare; il nostro sforzo deve, in tal senso, essere indirizzato a individuare progetti strategici su modelli di sviluppo fattibili. E infine dobbiamo attivare ogni strumento utile per avviare i progetti, snellendo iter burocratici che fanno perdere sin troppo tempo. Ad oggi in Sicilia la capacità di spesa dei fondi europei è inchiodata al 5%. Il Recovery Plan contiene le ultime chance per far ripartire il nostro territorio. Abbiamo la responsabilità di fare squadra. E i temi sono molteplici: occupazione, sanità, investimenti sui trasporti. Noi ne abbiamo proposto alcuni sulla bozza di documento che è naturalmente aperto a varie proposte che dovranno poi essere sottoposte al governo”.
Diversi gli interventi, dal sindaco di Avola Luca Cannata, che ha parlato della necessità di una maggiore sburocratizzazione dei progetti, all’ex deputato regionale Enzo Vinciullo, il quale ha chiesto anche una maggiore attenzione per le Zone franche montane e le bonifiche. E poi ancora, Corrado Bonfanti, sindaco di Noto, il quale ha rimarcato le difficoltà degli enti pubblici a causa di un depauperamento di professionalità e
dunque la necessità di una riforma delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali. Pippo Zappulla di Articolo Uno ha invece acceso i riflettori sulla mancanza dell’alta velocità nel territorio, mentre Nicola Candido, di Rifondazione comunista ha posto una riflessione sul fatto che i fondi ci sono sempre stati ma non sempre investiti nella maniera giusta.
Giuseppe Di Mare, sindaco di Augusta, in riferimento alla realizzazione del Porto Hub della propria città ha rimarcato che la priorità rimangono le bonifiche, mentre Saverio Bosco, sindaco di Lentini ha invece puntato il dito sulle transizioni green in riferimento alla discarica di Grotte San Giorgio che a breve chiuderà, ponendo la questione dello smaltimento dei rifiuti in maniera sostenibile. Salvo Adorno segretario del Pd ha spostato
l’attenzione su una visione più ampia rispetto alla sola provincia aretusea, mentre Paolo Amenta, vicepresidente Anci, ha rimarcato la necessità di risolvere situazioni complicate come quella dei Liberi consorzi, sempre meno incisivi nel territorio.
Il deputato regionale Giovanni Cafeo, ha invece sottolineato quanto fondamentale sia l’individuazione delle aree Zes per un discorso di sviluppo del territorio non necessariamente legato al Recovery Plan, mentre Roberto De Benedictis (Pd) si è soffermato particolarmente sul tema della digitalizzazione e interconnessione fra territori.
L’assessore comunale Pierpaolo Coppa, ha invece rimarcato il problema della mancanza di sufficienti risorse umane per poter poi dar seguito a progetti per il territorio, Elio Piscitello presidente di Confcommercio si è
legato a quest’ultimo discorso sottolineando la necessità di riformare e rifondare la pubblica amministrazione. Il deputato nazionale Paolo Ficara, ha aggiunto quanto sia fondamentale saper sfruttare le risorse già contenute nel Recovery plan (tornando sul discorso della digitalizzazione, che serve a migliorare pubblica amministrazione e imprese), Gianpaolo Miceli di Cna ha invece posto la questione di un maggior coinvolgimento della stessa Camera di commercio che oggi ha già una logica di area vasta e in tal senso più idonea a intercettare fondi di rotazione con risorse provenienti dalla Regione. Il senatore Giuseppe Pisani, ha parlato anche di medicina ambientale a difesa di possibili ricadute dall’inquinamento del territorio, il deputato regionale Rossana Cannata ha invece evidenziato come occorra lavorare sui trasporti e non perdere di vista il completamento della Siracusa-Gela. Maria Marzana, deputato nazionale, invece, si è soffermata sul settore dell’agricoltura con la necessità di realizzare contratti di filiera per agevolare i produttori primari rispetto alla grande distribuzione.
Stefano Zito, deputato nazionale, è tornato sulla questione dei fondi intercettati ma spesi male quale principale conseguenza della crisi del Mezzogiorno e dunque sulla necessità, d’ora in avanti, di un buon
controllo della “spesa” mentre Filippo Scerra ha invece rimarcato la battaglia sulla non nascita del termovalorizzatore che rappresenterebbe – secondo il parlamentare – una ulteriore forma di inquinamento del territorio. Diego Bivona, presidente di Confindustria, in conclusione, ha chiesto maggiori tavoli di confronto come quello proposto da Cgil, Cisl e Uil ma con tematiche più specifiche da poter essere analizzate e discusse in maniera più approfondita.