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Siracusa. Punta della Mola, l’associazione ecologista GrIG: “Com’è possibile che non sia di proprietà pubblica?“

Diredazione SB

Ott 23, 2024

Fin dagli anni ’30 del secolo scorso la Batteria costiera “Emanuele Russo venne realizzata a Punta della Mola come struttura fondamentale del sistema difensivo della piazzaforte militare di Siracusa – Augusta, dove operava la IX Legione delle Milizia Marittima di Artiglieria.

Dopo la fine della II guerra mondiale, l’area perse la sua connotazione militare, ma subì una sorte piuttosto singolare: nel dicembre 1982 venne venduta a Privati mediante un’asta pubblica da parte dell’allora Intendenza di Finanza.

Tuttavia, l’art. 32 dello statuto speciale per la Sicilia (regio decreto legge n. 455 del 15 maggio 1946, convertito nella legge cost. n. 2/1948 e s.m.i.) dispone che “i beni di demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella Regione, sono assegnati alla Regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere nazionale”, mentre l’art. 33, comma 1; prevede che sono altresì assegnati alla Regione e costituiscono il suo patrimonio, i beni dello Stato oggi esistenti nel territorio della Regione e che non sono della specie di quelli indicati nell’articolo precedente”.   

Sembra proprio che vi sia la successione automatica della Regione autonoma Siciliana nella titolarità dei beni appartenenti al demanio dello Stato, una volta cessato l’utilizzo ai fini della difesa dello Stato.   In questo senso anche il parere in merito dell’Ufficio Legislativo e Legale della Regione autonoma Siciliana (nota prot. n. 20529 del 22 dicembre 2009), che ricorda il parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana del 10 gennaio 1952, secondo cui i beni “strettamente legati alla loro funzione diverranno di proprietà dello Stato o della Regione, a seconda che vengano ad assumere una funzione amministrativa, afferente all’uno o all’altro ente“: pertanto i soli beni “che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere nazionale” permangono nel demanio statale (art. 32 statuto Sic.).

L’area è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.); è interessata dalla riserva naturale orientata regionale “Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena (decreto assessoriale 17 luglio 2015) e dal sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Capo Murro di Porco, Penisola della Maddalena e Grotta Pellegrino (codice ITA090008) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora.

Eppure, da anni sul sito insistono ripetutamente progetti immobiliari, un tempo di strutture ricettive oggi di residenze private,  

La splendida e raccolta spiaggia delle Pillirina e del litorale del Plemmirio meritano migliore sorte, un’attenta tutela e il mantenimento della fruizione pubblica, oggi in pericolo a causa di chiusure degli accessi al mare.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, quindi, inviato (22 ottobre 2024) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti finalizzata a verificare le opache attività di sdemanializzazione dell’area, preludio delle speculazioni immobiliari odierne, e a far valutare le opportune azioni di recupero alla titolarità pubblica.

Coinvolti la Regione autonoma Siciliana, il Ministero della Cultura, il Comune di Siracusa , la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa.

Il GrIG auspica che finalmente si possa far chiarezza su un’operazione non chiara ai danni di ambiente, storia e cultura di questo straordinario lembo del Mediterraneo.

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