Il consiglio comunale ha dato oggi il via libera all’aggiornamento del piano economico finanziario del servizio di igiene urbana e alle tariffe per il 2024 della tassa sui rifiuti. Per il Pef (che ha una durata di 4 anni e che viene aggiornato dopo 2) per effetto di un emendamento al corpo della proposta, illustrato da Simone Ricupero, non si è trattato di un’approvazione ma di una presa d’atto. Tutte le proposte approvate, compresi gli emendamenti, sono passate a maggioranza. Per mancanza del numero legale, non è stata votata l’immediata esecutività della delibera sulle tariffe Tari, motivo per cui il Consiglio tornerà a riunirsi domani per tale adempimento.
La seduta era stata convocata d’urgenza dal presidente Alessandro Di Mauro allo scopo di rispettare il termine del 30 giugno fissato per l’approvazione dei due provvedimenti, anche se un emendamento approvato ieri al Senato potrebbe fare slittare le scadenza al 20 luglio.
Per l’anno in corso e per il prossimo, la spesa per il servizio di igiene urbana subisce solo piccoli scostamenti rispetto al biennio precedente, scostamenti che si riflettono sulle tariffe: costerà all’incirca 28 milioni e mezzo al netto di 850 mila euro provenienti dal recupero dell’evasione e al netto del contributo che il Miur assegna ai Comuni per il servizio svolto nelle scuole.
Secondo le simulazioni fatte dagli uffici, limitatamente alle utenze domestiche, la Tari dovrebbero subire una riduzione per i nuclei familiari più piccoli (che rappresentano l’80 per cento circa del totale) e un incremento per gli altri. Per le famiglie con 1, 2 e 3 componenti lo sconto sul 2023 dovrebbe essere rispettivamente dello 0,44, del 3,04 e del 3,79 per cento; per quelle con 4, 5, 6 o più persone l’aumento sarebbe del 2,23, dell’1,53 e dell’1,9 per cento. Altre novità sui costi della Tari potrebbero arrivare per effetto delle manovra correttiva approvata ieri sera dalla Regione, che assegna al Comune circa 2 milioni di euro per i costi del servizio di igiene urbana.
Nel merito della seduta, dopo l’approvazione a maggioranza delle ragioni che hanno determinato la convocazione d’urgenza, hanno preso la parola l’assessore all’Igiene urbana, Salvatore Cavarra, e il dirigente del settore, Marcello Dimartino, che hanno fornito il quadro generale del piano economico-finanziario del servizio, dal quale sono emersi principalmente due elementi: la raccolta differenziata è sostanzialmente ferma intorno al 50 per cento dall’anno 2021; il costo rispetto al biennio precedente ha subito pochi scostamenti. Per il 2024 il Pef prevede una spesa di poco inferiore a 29 milioni 557 mila euro che lieviterà di 300 mila euro circa nel 2025. Questo costo viene coperto poco più di sei milioni con la componente fissa della Tari e per la parte rimanente con quella variabile. Il Piano però non tiene conto del recupero dell’evasione e del contributo del Miur che vengono poi calcolati nella stesura del bilancio comunale.
Sul Pef, hanno dato dato il loro contributo al dibattito Paolo Romano, Massimo Milazzo, Paolo Cavallaro, Franco Zappalà, Sergio Bonafede, Luciano Aloschi, Andrea Buccheri Andrea Firenze, Giovanna Porto, la dirigente del settore Tributi, Loredana Schimmenti e il ragioniere generale Carmelo Lorefice. Ferdinando Messina ha preso la parola alla fine degli interventi per annunciare l’uscita dall’aula del gruppo di Forza Italia; lo stesso hanno fatto i consiglieri Paolo Romano e Cavallaro (Fratelli d’Italia) al momento del voto dell’emendamento relativo alla presa d’atto.
La proposta delle tariffe Tari è stata illustrata dall’assessore ai Servizi fiscali, Pierpaolo Coppa, che ha evidenziato come il saldo delle entrate non abbia subito sostanziali variazione e che gli aggiustamenti siano avvenuti all’interno del piano tariffario. Ad incidere sulla spesa è soprattutto il costo per il conferimento dei rifiuti indifferenziati alla discarica di Lentini, aumentato negli ultimi anni del 200 per cento (circa 400 euro a tonnellata) incidendo per quasi un terzo del totale. Questo aumento è stato fronteggiato con una riduzione dei canoni e dei costi del servizio, con il recupero dell’evasione e con le entrate che scaturiscono dal conferimento ai consorzi delle frazioni di rifiuti differenziati.
Alla relazione dell’assessore sono seguiti gli interventi di Paolo Romano, Angelo Greco, Paolo Cavallaro. Ferdinando Messina ha poi illustrato un emendamento che, utilizzando i due milioni stanziati ieri con la manovra della Regione, puntava ridurre del 10 per cento le tariffe applicate ai nuclei familiari. La proposta ha avuto, però, parere contrario dai dirigenti comunali e dai i revisori dei conti ed è stata respinta dell’Aula.