Con la presentazione de “L’Odissea” di Nikos Kazantzakis, nella traduzione di Nicola Crocetti, si apre domani, venerdì 8
ottobre, alle 19 al Vermexio, “Nostros, Festival del viaggio e dei viaggiatori”.
Con Crocetti saranno presenti la filologa e saggista Monica Centanni e Fulvia Toscano, direttore artistico del Festival. La serata d’apertura sarà conclusa dalla proiezione del documentario del Maestro Peter Stein sulla Sicilia e sul Grand Tour.
Per Fabio Granata, assessore alla Cultura, “Questo piccolo e prezioso evento, collegato al “Premio Custodi della Bellezza”, contribuisce a dare spessore al dibattito culturale e all’immagine della nostra Città. Peter Stein, Nicola Crocetti, Onofrio Romano e tanti altri protagonisti della cultura italiana ed europea, per arricchire consapevolezza e conoscenza diffusa. Non un evento fatuo ma un appuntamento serio e suggestivo”.
Come si legge nella descrizione che dell’Odissea di Kazantzakis ne fa la casa editrice “Si tratta del più lungo epos della razza bianca, come lo definì il suo autore, oltreché la prosecuzione fantastica dell’omonimo poema omerico. Fu portato a termine dopo 13 anni e mezzo di lavoro (dal 1925 al 1938) e sette stesure autografe. Nella versione definitiva si
compone di 33.333 versi, suddivisi in 24 canti, lo stesso numero delle lettere greche e dei canti dei poemi omerici. In quest’opera dall’estensione fluviale- tre volte l’Odissea di Omero- Kazantzakis riversò tutte le sue esperienze intellettuali e spirituali, sviluppando una dottrina basata sui principi di diverse religioni e di grandi ideali politici. La narrazione delle straordinarie avventure di Ulisse dopo il ritorno a Itaca celebra soprattutto la mente libera
dell’uomo.
Quello di Kazantzakis è una sorta di Avatar dell’Ulisse dantesco assetato di conoscenza, oltre che un alter ego del poeta stesso, alla disperata ricerca di una nuova visione di Dio e della salvezza del mondo. Poema di grande complessità, l’Odissea è anche un’arca di Noè linguistica, in cui Kazantzakis ha imbarcato e salvato dall’estinzione migliaia di termini popolari raccolti dalla bocca di pastori, contadini, pescatori e abitanti, spesso analfabeti di isole e villaggi dell’Egeo. Un patrimonio linguistico prezioso destinato a scomparire, ma che Kazantzakis ha salvato tramandandolo ai posteri”.