La Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati (SINALP ) nel giorno della Festa del Lavoro ha diffuso, a nome di Andrea Monteleone della direzione Sicilia, un comunicato che pubblichiamo integralmente:
“Anche quest’anno andiamo a celebrare la festa del lavoro per eccellenza, quel Primo Maggio che ricorda quante tragedie, battaglie e contestazioni si sono susseguite nel tempo per raggiungere il diritto al lavoro democraticamente sancito dalla Costituzione italiana che è tutt’altro rispetto alla schiavitù del lavoro.
Quest’anno in particolare e ci auguriamo irripetibile, visto quanto stiamo subendo come Comunità, Nazione, Popolo, e Lavoratori, la Sicilia renderà omaggio alla Festa del Lavoro sulle macerie del tessuto economico. imprenditoriale e commerciale che ha sempre retto la fragile economia siciliana.
Noi del Sinalp Sicilia ci siamo chiesti che significato può avere oggi ed in queste condizioni, inneggiare ad una festa di qualcosa che purtroppo sta scomparendo nell’Isola, e vorremmo porre questa domanda al nostro Presidente, On. Musumeci, per ascoltare il suo punto di vista e poter anche conoscere le strategie adottate dalla sua Giunta Regionale per dare impulso e crescita alla nostra terra.
Ci poniamo alcune domande, che nel loro assordante silenzio da parte della politica regionale non possono più essere disattese, ci chiediamo quali siano le dinamiche che scaturiscono in ogni azione di indirizzo amministrativo, organizzativo, strutturale e sociale messa in atto dalla Regione Siciliana e dai politici che di essa ne fanno parte.
A Genova, che dista circa 150 km dall’epicentro della famigerata pandemia le ditte incaricate di ricostruire il ponte Morandi non si sono mai fermate e sono riuscite ad abbattere il vecchio ponte, a trasportare le macerie accumulatesi e ricostruire il nuovo, che ha una lunghezza di circa 1.270 metri, in appena un anno e già da Giugno 2020 garantiscono il transito della prima auto senza accampare scuse di vario genere per far slittare i tempi di consegna.
In Sicilia dell’ormai “famigerato “ponte”, di appena 270 m sull’autostrada PA/CT, crollato ormai quasi SEI anni fa, ancora non si ha traccia, speranza o miracolo del suo completamento.
A corollario della ormai certificata inefficienza di tutti quegli uffici e maestranze interessate alla sua ricostruzione, paragonandone l’azione con la ricostruzione del Morandi di Genova, i siciliani chiedono risposte serie, veritiere e non ammantate di vergognoso burocratichese utile solo a nascondere le colpe di chi non è in grado di sostituire una semplice maniglia, immaginiamoci poi un ponte.
Il Primo Maggio assisteremo ad un bel po’ di retorica che scolerà a fiumi nei visi, scavati dalla fatica del non far nulla, dei nostri rappresentanti politici che si sono susseguiti alla guida della nostra terra dal dopoguerra ad oggi.
Questi signori ci parleranno di mirabolanti iniziative che stanno “sempre li li per partire” ma non partono e non partiranno mai, chiacchiere buone solo a prendere in giro i siciliani.
L’inefficienza organizzativa strutturale di questa classe politica isolana ha toccato il fondo quando ha deciso che doveva cedere la rete autostradale siciliana ad un ente nato ad hoc dell’Anas motivandone la scelta per la sua capacità organizzativa ed aziendale.
Senza voler entrare in polemica con l’Anas, che chiaramente fa il suo lavoro e difende le sue strategie di crescita aziendale anche con l’accaparramento del nostro Consorzio Autostradale, noi del Sinalp ci siamo sempre opposti a questa scelta.
Riteniamo che le strade come le autostrade non solo debbono rimanere prerogativa dell’Ente Regione ma debbono essere gratuite per contribuire ad abbassare i costi che le aziende siciliane sopportano nel trasferire i propri prodotti verso altri mercati.
Altra questio che merita una risposta chiara e vera, senza come al solito scomodare presunti ed ipotetici problemi che ne impediscono la soluzione più semplice e logica, riguarda la gestione del 118 che in questo tragico momento di pandemia è sicuramente in prima linea con i propri uomini e mezzi.
Ormai le grandi scelte strategiche della Regione Siciliana hanno consegnato questo delicatissimo servizio nelle mani di manager lombardi, come se in tutta la Sicilia non ci sia un professionista in grado di saper gestire il Nostro 118.
E’ stato commissionato anche uno studio di fattibilità per una nuova governance del servizio ad una Università. Tutti noi ci aspettavamo di conoscere quale delle quattro Università isolane di fosse aggiudicata questa analisi di fattibilità, ma purtroppo non avevamo previsto che la scelta è ricaduta su una università del nord.
Con tutto il rispetto per tale Università e dei suoi docenti che sicuramente non hanno niente da imparare dai nostri, ci chiediamo come mai non si sono utilizzate le risorse professionali isolane?
Che bisogno c’era di delegare tutto al di fuori dei confini della nostra terra?
Da tutte queste evidenze, che sono solo la punta dell’iceberg, si trae una semplice morale, secondo chi ci governa la nostra terra è abitata da cafoni, ignoranti, trogloditi, stupidi, imbecilli e anche delinquenti e quindi non in grado di assolvere ruoli e compiti delicatissimi di gestione della “res publica” ed abbiamo bisogno di importare queste grandi menti da altre regioni che risultano sicuramente, a questo punto, più progredite di noi.
Da tutto ciò in questi giorni spunta anche la profonda e non sappiamo come definire meglio, analisi socio/antropologica del giornalista Feltri verso il popolo del sud dichiarando che i “meridionali sono inferiori”.
Probabilmente, a questo punto, per qualche politico siciliano, viste le scelte fatte negli ultimi tempi per la Sicilia, Feltri ha ragione.
Questo Primo Maggio quindi viene festeggiato in Sicilia per il lavoro che non c’è nella speranza che ci sia un ravvedimento “sulla via di Damasco” della nostra classe politica in grado di stravolgere ed invertire le strategie di “crescita” fin’ora messe in campo”.