Arriva anche dalla Fimmg Sicilia (Federazione italiana dei medici di medicina generale) una sonora bocciatura al green pass Covid da stampare negli ambulatori dei medici di famiglia decisa dal governo Draghi e “Soprattutto – come ha detto Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg – di qualche funzionario governativo che comprime ancor più il diritto alla salute dei cittadini”. “È persino imbarazzante” ha esordito il segretario regionale della Fimmg Luigi Galvano, stigmatizzando l’onere di stampare il documento. E ancora: “È come tornare alle origini del malessere diffuso dei medici di famiglia. Una richiesta che ferisce e che arriva dopo l’ennesimo tentativo di trasformare in tecnici informatici e amministrativi i nostri medici, soprattutto in Sicilia”. “La misura è stata superata – ha proseguito Galvano, rilanciando le dichiarazioni di Scotti- sottrae altro tempo all’assistenza dei pazienti e mortifica la professionalità dei medici. Non accetteremo una visione della medicina generale di carattere ‘impiegatizio, una medicina generale che si vorrebbe costringere a sottrarre altro tempo all’assistenza dei pazienti per adempiere a funzioni amministrative che nulla hanno a che fare con la pratica medica”. “Un compito – ha proseguito – che andrebbe anche a gravare un’attività di studio già molto complessa per la gestione ordinaria del virus e la necessaria presa in carico delle cronicità che, forse qualcuno lo dimentica, è determinante in termini di salute”. “Se vi fosse stato un dialogo – ha continuato Scotti – avremmo almeno potuto spiegare che un compito simile non può essere demandato neanche ad un collaboratore di studio, ove presente, perché questo costringerebbe il medico ad un abuso, cedendo le proprie password del sistema prescrittivo e certificativo al quale, ricordiamo, bisognerà accedere per rilasciare il green pass”. La segreteria nazionale della Fimmg, pertanto, si riunirà in maniera permanente per elaborare una proposta di cambiamento relativa alla medicina generale. “Il medico di famiglia che dovrà fare? – si chiede ancora Scotti – Dovrà prenotare gli accessi dei pazienti per la stampa del codice green pass reso ope legis un atto medico e ritardare l’accesso ai pazienti per problemi assistenziali? Ridicolo. Non ha senso. A meno che non ci sia la volontà di attuare un progetto che continui a passare alla popolazione il messaggio di inefficacia di questo servizio, ancora oggi tra i più graditi del Ssn, per favorire progetti di finta dipendenza o di accreditamento che favoriscano una privatizzazione del servizio di cure primarie con annessi e connessi”. E avverte: “Si apra subito un confronto pubblico sul tema delle cure territoriali e sul ruolo della medicina generale sugli investimenti e le prospettive di sviluppo. In alternativa saremo pronti a passare dalle proposte alla protesta”.