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SCANDALO DATI COVID IN SICILIA, MUSUMECI ACCETTA DIMISSIONI DI RAZZA

Diredazione SB

Mar 31, 2021
Covid, inchiesta dati falsati, l'assessore Razza: "mi dimetto" -

Alla luce dell’indagine della procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Musumeci ha accettato le dimissioni dell’assessore Razza ed ha preso l’interim della delega (peraltro è commissario covid per la Sicilia). “Ho assunto l’interim dell’assessorato alla Salute e lo terrò fino a quando riterrò opportuno e necessario farlo – ha dichiarato Musumeci – Voglio assicurare i siciliani che il governo non defletterà di un solo centimetro dal percorso fatto finora con l’assessore Razza e tutta la giunta. Andremo avanti dritti, lo impone la pandemia, lo impone la volontà dei siciliani, lo impone il nostro dovere istituzionale”. Il presidente ha anche spiegato d’aver incontrato Razza, trovandolo molto provato dall’accaduto. La lettera di dimissioni è stata protocollata e Musumeci terrà l’interim con ogni probabilità fin quando la situazione sarà più chiara. Nell’inchiesta sui dati Covid falsati in Sicilia, intanto, emergono delle novità che riguardano Ruggero Razza, accusato dalla procura di Trapani per “falsità materiale ed ideologica”. I carabinieri gli hanno anche sequestrato dei telefoni. “Spalmiamoli un poco…” Così l’assessore alla Salute Ruggero Razza diceva alla dirigente regionale, Letizia Di Liberti che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità. I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?, chiede lei, non sapendo di essere intercettata. Ma sono veri?, le domanda Razza. Si, solo che sono di 3 giorni fa, risponde la donna. E Razza dà l’ok: “Spalmiamoli un poco. La dirigente prosegue: “Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?”Ok”, risponde. Così Razza parlava, non sapendo di essere intercettato, con la dirigente regionale Letizia Di Liberti dei dati sulla pandemia comunicati all’Iss. L’intercettazione è agli atti dell’indagine. La conversazione telefonica è del novembre scorso dopo la decisione del Governo di mettere la Sicilia in “zona arancione”. Nella telefonata l’assessore si dice amareggiato, deluso – scrive il gip – “per non essere riusciti ad assicurare la buona gestione dell’emergenza sanitaria”. “Razza – spiega il giudice – riferisce che il 90% della situazione creatasi è attribuibile alla loro piena responsabilità, ma la Di Liberti sostiene che i dati sono quelli estrapolati dalle piattaforme informatiche, al che l’assessore le fa notare, con rammarico, che nessuno lo ha mai informato della grave criticità emersa, a suo dire, da un raffronto dei dati della Regione Siciliana con quelli comunicati dalle altre Regioni”. Secondo i militari del Nas, che conducono l’inchiesta, “sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dasoe”, il Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico. 

Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Razza, inoltre, facendo riferimento agli indicatori alla base del calcolo dell’indice Rt, dice alla dirigente di aver constatato anche il mancato allineamento dei dati contenuti nelle piattaforme della Protezione Civile con quelli dell’Iss.

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