I siti del Patrimonio Unesco, che ricadono nel Sud Est della Sicilia sotto uno stesso “sistema di rete”, puntano ad armonizzare e rendere fruibile il ricco patrimonio di questa parte dell’Isola. Questo è uno degli obiettivi del progetto finanziato dal Mibac a valere sulla la Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione Siciliana. Rientra sicuramente tra le strategie del progetto fare prendere consapevolezza e rendere partecipi, cittadini e fruitori esterni, delle molteplici peculiarità dei beni materiali e immateriali, attinenti alla storia, all’arte e alle tradizioni che caratterizzano il comprensorio del Sud Est della Sicilia, il Val di Noto.
Martedì 26 marzo, i Sindaci dei Comuni di Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Scicli, Piazza Armerina, Cassaro, Ferla, Siracusa e Sortino si ritroveranno alle 9,30 a Palazzo Ducezio, nell’aula consiliare del Comune di Noto, Comune capofila, per condividere la visione strategica e definire le linee di indirizzo politico del progetto.
A seguire, alle 12, nella Sala degli Specchi dello stesso Palazzo Ducezio, è in programma la conferenza stampa dei tredici Sindaci dei Comuni del Val di Noto iscritti nella World Heritage List dell’Unesco. Sarà l’occasione per presentare gli obiettivi comuni diretti ad una governance condivisa e partecipata dei tre Siti presenti nel territorio: “Le Città Tardo Barocche del Val di Noto”, “Siracusa e la Necropoli rupestre di Pantalica” e “Villa Romana del Casale di Piazza Armerina”.
Il progetto è articolato in varie azioni che prevedono la revisione e l’aggiornamento dei Piani di Gestione dei Siti, la creazione di un archivio unico per la condivisione delle conoscenze, la valorizzazione del territorio attraverso attività dedicate ai residenti, con particolare riferimento alle giovani generazioni, la creazione di una immagine coordinata, come strumento di comunicazione condivisa.
Il tema che lega le varie azioni si identifica sul riconoscimento delle “Forme dell’Identità” materiali e immateriali che, da sempre, caratterizzano questi luoghi.