Ultimo appuntamento dell’anno alla Sala conferenze del Museo dei Viaggiatori in Sicilia di Palazzolo Acreide, in via Maestranza, 5.
Domenica 29 dicembre, alle ore 17:30 sarà presentato il libro di Clara ARTALE, “Cronaca di donne, da Pandora al pandoro. Appunti sparsi sul senso di colpa (dolci inclusi)”, Carthago Edizioni, Catania 2024, organizzato in collaborazione con la FIDAPA – sezione di Palazzolo Acreide.
Dopo i saluti di Salvatore GALLO, Sindaco di Palazzolo Acreide; di Francesca GRINGERI PANTANO, direttrice del Museo dei Viaggiatori in Sicilia; Margherita GUGLIELMINO e Giuseppe PENNISI (Carthago Edizioni), converseranno con l’autrice, Anna ROSETTA, Presidente della FIDAPA sez. di Palazzolo Acreide e Carmelo SCANDURRA, condirettore del Museo dei Viaggiatori in Sicilia). L’ingresso è libero.
IL LIBRO
Canto antico e canto moderno si incontrano in quella che vuole essere un’ode alla donna e alla sua facoltà di generare figli, idee, critiche, libri, poesie, unghie laccate e viaggi mentali ben accessoriati. Di partorire dunque con pancia, mani e mente.
Da Pandora al pandoro (si specifica che il titolo era stato già deciso prima dei fatti social, con l’unico intento di alludere al peccato di gola e creare un’assonanza con la madre delle curiose) ci si interroga sul senso di colpa: è nato prima esso o la donna?
L’AUTRICE
CLARA ARTALE è archeologa, giornalista e docente. Si è laureata e specializzata in Valorizzazione dei Beni archeologici presso l’Università degli Studi di Catania; ha conseguito un diploma di Specializzazione in Beni archeologici e un diploma di master di alta formazione in Archeologia del Mediterraneo in età romana. Siciliana di nascita, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato racconti all’interno di raccolte per varie case editrici. Lettrice seriale e visitatrice incallita di musei, ama viaggiare e scrivere.
«Da archeologa, mi rifaccio alle fonti antiche (senza prenderle e prendermi troppo sul serio); da giornalista, interrogo spesso me e voi (spero siate più di tre così da potervi chiamare gruppo); da docente, mi preparo a essere criticata non appena avrò girato lo sguardo dopo un rimprovero a uno studente (li conosco bene o forse non abbastanza. Come dico a loro, non sono passati ancora troppi anni da quando ero seduta ai banchi). Nonostante ciò, non mi etichetto; sono le convenzioni che mi spingono a volte a farlo. Non crediate che io sia atea, ho un profondo credo che accarezza il mio spirito. Non crediate che sia una sola donna: sono tutte le donne che ho deciso di raccontare, criticare e difendere per affetto o errore. Non crediate che ce l’abbia con gli uomini: tre delle persone a cui voglio più bene al mondo sono di sesso maschile. In sintesi, sono una donna e ho poche certezze ma buone. Adoro l’ironia, non prendetemi dunque troppo sul serio. Io non lo faccio».