“Ho fatto una call anche ieri sui lavori per il Ponte sullo Stretto: l’obiettivo è arrivare entro le prossime settimane all’approvazione del progetto definitivo”. Lo dice il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel corso di una diretta social.
Riguardo poi ai costi dell’opera, il leader della Lega ha aggiunto: “La manutenzione del Ponte si ripagherà ampiamente con i passaggi dei veicoli e dei treni: andate a guardare quanta ricchezza in più produrrà per tutte le regioni italiane e quanti posti di lavoro creerà in più. Sarà un’opera di ingegneria unica al mondo, verranno a studiarla cinesi, giapponesi, americani e svedesi”.
Ma sotto accusa, secondo le associazioni ambientaliste, contrarie alla costruzione del Ponte sullo Stretto, ci sono le integrazioni depositate un mese fa dalla Stretto di Messina SpA – la concessionaria per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’opera – in risposta alle richieste della stessa Commissione. Insomma, la nuova versione è più lacunosa di quella precedente.
I trentanove esperti che hanno analizzato i documenti, si legge in una nota di Wwf Italia, si sono immersi in un mare di “nuovi elaborati, a volte anche in contraddizione tra di loro“, scoprendo che “le integrazioni prodotte non rispondono alle segnalazioni critiche formulate dalla Commissione Via“.
Secondo i tecnici, l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto non è mitigabile, e i documenti esaminati si distinguono per un errore ingiustificabile: “La totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono (il cosiddetto “effetto cumulo”, ndr)“.
Alcune delle integrazioni depositate dalla Stretto di Messina SpA sarebbero in contrasto con le linee guida del ministero dell’Ambiente, che in primavera aveva chiesto alla concessionaria ben duecentotrentanove integrazioni di documenti (di cui centocinquantacinque per la Valutazione d’impatto ambientale). Il 55,162 per cento delle quote dell’azienda, ricordiamo, è in mano al ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nel frattempo, continua a mantenere un atteggiamento criptico riguardo un’opera che le associazioni ecologiste hanno definito “ideologica“, osannata dal governo indipendentemente dalla sua utilità, dalla sua realizzabilità dai suoi costi specifici (al momento ignoti).
Le osservazioni delle associazioni ambientaliste hanno confermato la presenza di faglie sismiche attive nell’area in cui (in teoria) verrà realizzata l’infrastruttura.
Anche da questo punto di vista, la Stretto di Messina SpA non avrebbe sciolto i dubbi avanzati nei mesi scorsi. Più volte, non a caso, il Consiglio nazionale dei geologi (un organo di rappresentanza istituzionale) ha lanciato diversi allarmi sull’«elevatissimo rischio sismico» della zona. Secondo la Stretto di Messina Spa, però, “il potenziale sismogenetico dello Stretto non è in grado di produrre terremoti superiori a 7.1 della scala Richter. Ma in ogni caso il ponte sullo Stretto è progettato per restare in campo elastico anche con magnitudo superiore“.
I nodi non finiscono qui, perché il ponte rischia di avere un impatto non irrilevante sulla biodiversità. Stando alle osservazioni dei gruppi ecologisti, nel progetto viene ignorata o sottostimata la presenza di alcune specie animali, descrivendo rotte e traiettorie sulla base di rilievi condotti con radar limitati e tecnologicamente poco avanzati. Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina SpA, per ora si è limitato a definire le osservazioni degli ambientalisti “generiche, non circostanziate e non documentate“.