Scintille tra il governatore Renato Schifani e il presidente dell’Anci Sicilia Paolo Amenta sulla finanziaria regionale da poco approvata dall’Ars. Il 2024 si chiude col botto con tanto di polemica che si riverbera all’interno dell’ufficio di presidenza regionale dell’Anci, composto in maggioranza da esponenti di centrodestra. Tutto nasce dalla dichiarazione del presidente Paolo Amenta – in quota Pd – in merito alla legge di Stabilità approvata sabato scorso all’Assemblea regionale siciliana. ”Le risorse stanziate dal bilancio regionale non vanno incontro alle esigenze reali degli enti locali – ha detto -. Non è prevista, infatti, alcuna misura per intervenire sulla debolezza organizzativa e finanziaria dei comuni dell’Isola che, in assenza di ulteriori misure, continueranno, anche nel corso del 2025, a non approvare gli strumenti finanziari, a dichiarare dissesto ed a ricorrere a piani di riequilibrio”.
”D’altro canto – ha continuato Amenta – rispetto alla gestione dei rifiuti, i sindaci ancora una volta saranno costretti, in assenza di impianti o di misure compensative, ad aumentare la Tari per cittadini e imprese. In questo senso le tante risorse stanziate per parcellizzati interventi infrastrutturali, di promozione, per feste e manifestazione varie, marketing territoriale, ristrutturazione di singole chiese, impianti sportivi e altri interventi simili, se pure hanno incontrato il favore dei territori coinvolti, non possono incidere certamente sulle criticità sostanziali e sulle proposte avanzate da Anci circa la necessità di incrementare le risorse destinate alle autonomie locali e l’istituzione di un fondo perequativo per gli enti caratterizzati da maggiore debolezza finanziaria”.
Piccata la risposta del governatore Renato Schifani. ”Il presidente dell’Anci Sicilia Paolo Amenta continua a comportarsi come un esponente di partito anziché come il rappresentante di tutti i Comuni dell’Isola. Ecco perché all’interno della sua associazione aumenta di giorno in giorno il malumore e la sfiducia nei suoi confronti da parte degli altri primi cittadini. Fin quando il suo approccio sarà questo, nonostante io abbia una grande capacità di ascolto, sarà veramente difficile poter avere un dialogo con lui”.
Dalla Regione intanto fanno quadrato attorno a Schifani. ”Nella manovra finanziaria appena varata dal Parlamento siciliano – aggiunge l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino – ai Comuni sono stati destinati quasi 600 milioni di euro, su un ammontare complessivo di circa 950 milioni. Negli ultimi due anni, inoltre, il Fondo ordinario è cresciuto di 25 milioni e sono stati stanziati ben 40 milioni per gli enti in situazione di crisi finanziaria. Si tratta di ingenti risorse che smentiscono quanto sostenuto da Amenta”.
”Sulla minaccia di aumentare la Tari – prosegue l’assessore – attribuire responsabilità al governo, rispetto alle scelte operate in manovra, è strumentale oltre che ingrato. Abbiamo individuato le soluzioni al problema e le stiamo portando avanti. Sia in tema di rifiuti che su quello della crisi finanziaria, Amenta non scarichi pertanto le responsabilità delle inefficienze del sistema, specie alla luce dell’ultimo rapporto sulla finanza locale siciliana. La Corte dei Conti ha certificato che i Comuni riescono a riscuotere in media solo il 56,1 per cento delle somme accertate, a fronte di un dato nazionale del 73,1 per cento. Non a caso – conclude Dagnino -, siamo intervenuti sul tema con un’innovativa misura contenuta nella manovra finanziaria, volta a incentivare i Comuni: quelli che riusciranno a incrementare le percentuali di riscossione potranno concorrere alla ripartizione di un apposito fondo di 4,5 milioni di euro”.
Nell’ufficio di presidenza di Anci Sicilia la maggior parte dei componenti è di centrodestratra. Tra questi Giulio Tantillo, presidente del consiglio comunale di Palermo, che ha preso le distanze da Amenta, e interviene ”per precisare che la recente presa di posizione del presidente di Anci Sicilia sulla finanziaria regionale non è stata né condivisa né discussa all’interno del Consiglio di Presidenza dell’associazione” e pertanto ”deve essere considerata una presa di posizione del tutto personale”.
Il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd, invece si schiera dalla parte di Amenta: “Piena solidarietà al presidente Anci Sicilia, Paolo Amenta, per gli attacchi scomposti, strumentali e disperati mossi dal presidente della Regione Renato Schifani, evidentemente allergico a critiche nel merito. Le mancette ai Comuni non sono finanziamenti utili alla coesione sociale”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo: “Il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, rappresenta tutti i comuni siciliani ed in questa veste ha espresso critiche di merito su una manovra finanziaria ‘vuota’, piena di mance e mancette soprattutto agli amici degli amici – ha detto -. E il presidente della Regione, che è presidente di tutti i siciliani – anche di chi non lo ha votato – dovrebbe avere più rispetto verso il presidente dell’Anci Sicilia che non può essere bollato da Schifani come esponente di partito solo perché fortemente allergico alle critiche. Ma, evidentemente, non basta essere stato presidente del Senato per acquisire il giusto bon-ton istituzionale”.