Oggi si torna in Aula, all’Ars, per l’esame della Finanziaria, dovrà essere approvata entro il 20 dicembre. Ci sono 20 articoli a corredo, tanti invece gli emendamenti presentati, poi si dovrà discutere anche il maxi emendamento, il testo cioè dove sono andate a confluire le richieste dei gruppi parlamentari. Sono 50 milioni di euro, che la Regione ha trovato, e che potranno essere utilizzati pure per la manovra.
Le somme
A questi 50 milioni di euro si aggiungono altri fondi, portando la manovra da 600 a 700 milioni per effetto dello sblocco di altri accantonamenti e per il ricalcolo dei residui riutilizzabili derivanti dalla chiusura del bilancio triennale. La manovra è divisa in tre blocchi: dei 700 milioni il primo blocco ammonta al 10%, circa 70 milioni, che sarà vincolato a spese obbligatorie a partire dalle aggiuntive della sanità; la manovra vera e propria vale circa 350 milioni di euro di spese generali necessarie; ci sono poi 80 milioni a disposizione dei maxi emendamenti.
I partiti
Il M5S ha ribadito la non contrarietà a piccoli finanziamenti per le associazioni, i Dem, invece, vanno più cauti, alla luce del famoso scandalo Auteri. Il partito nazionale ha chiesto più rigidità nelle posizioni regionali, che si traduce in minore collaborazione. I due maggiori partiti di opposizione potrebbero formalizzare un secondo maxi emendamento che metterebbe insieme le proposte delle opposizioni alla Finanziaria. L’obiettivo è non parcellizzare le risorse.
Minidecontribuzione per la Sicilia Il governo Meloni ha inserito intanto, nel maxi emendamento alla manovra finanziaria in corso di discussione alla Camera, la mini decontribuzione. Il presidente della Regione, Renato Schifani, si dice soddisfatto: “Il governo nazionale dimostra, ancora una volta, un’attenzione concreta e lungimirante verso il Mezzogiorno, proseguendo con iniziative strategiche per favorire la crescita occupazionale e ridurre i divari territoriali. La proposta di proroga per la mini-decontribuzione per il Sud rappresenta un passo importante in questa direzione. Grazie agli sgravi del 25%, rivolti alle micro, piccole e medie imprese di diverse regioni meridionali, inclusa la Sicilia, si crea un incentivo reale per la stabilizzazione e l’incremento dell’occupazione a tempo indeterminato. Questi interventi – prosegue Schifani – testimoniano l’impegno del governo nel sostenere la ripresa economica e sociale del Sud, contribuendo a consolidare risultati già visibili in Sicilia in termini di crescita occupazionale, come numerosi studi dimostrano, non ultimo quello della Cgia di Mestre. La strada intrapresa è quella giusta: investire nel lavoro significa investire nel futuro di un territorio che ha un’enorme potenzialità”.