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La cultura viaggia su internet grazie all’associazione “Per la città che vorrei”

DiMaurilio Abela

Apr 29, 2020

Il coronavirus non ha bloccato l’attività dell’associazione “Per la città che vorrei di Siracusa”. Nell’impossibilità di organizzare incontri culturali, momenti di confronto o attività ludiche, il presidente Sergio Pillitteri ha deciso di ricorrere alla tecnologia. Internet per abbattere le distanze e mantenere i rapporti umani in un periodo difficile per via dell’emergenza sanitaria in atto “Ci siamo anche oggi – afferma Pillitteri – nonostante il periodo drammatico che stiamo attraversando. La nostra associazione, la nostra realtà culturale grazie ai componenti e ai soci, veri promotori, ha messo in campo l’unico strumento comunicativo in grado di integrare persone pur a distanza. Ci siamo e, pur se lontani, siamo vicini. Le nostre dirette, il nostro comunicare tramite web, rappresenta oggi un vero e proprio bagaglio e contenitore culturale in grado di rendere protagonisti gli attori del nostro territorio. Sono infatti – spiega Sergio Pillitteri – le loro culture, il loro sapere, i loro contributi tecnici e di esperienza a riempire le nostre dirette. Una città dentro la città, un modo per condividere idee, spunti programmatici, consigli, esperienze professionali e sociali tutti insieme”.

La continuità è garantita dal web. La pagina Facebook dell’associazione culturale “Per la città che vorrei”, sta assicurando una nuova forma d’integrazione socio-politica alternativa. “E’ aperta a tutti e gratuita – sottolinea il presidente – senza steccati e senza preclusioni. Le nostre dirette, talvolta stanno rappresentando anche elementi di supporto didattico, in base agli argomenti trattati, o informativo per tutte le fasce d’età. Un lavoro di approfondimento, che vede tanto impegno e da cui può anche uscir fuori un nuovo modello programmatico per la nostra città, provincia o anche in misura ampia. A tal proposito, archivieremo tutto in maniera meticolosa – dice Pillitteri – nella prospettiva di realizzare in futuro un vero e proprio supporto cartaceo in formato libro o multimediale, che avrà l’intero excursus svolto. È questo si o no – si domanda in maniera retorica – un laboratorio progettuale alternativo, di idee condivise? Penso proprio di sì. Anche la politica in senso stretto – conclude Sergio Pillitteri – guardi a modelli d’associazionismo come il nostro o similari, al fine di determinare un nuovo linguaggio comunicativo, aperto, utile e vicino al territorio, in grado di generare impulso e risoluzione delle tante istanze provenienti dal tessuto sociale territoriale”.

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