E’ stato celebrato stamattina il 71° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. L’appuntamento si è tenuto, come da tradizione, nel piazzale antistante la chiesa di San Tommaso al pantheon. Lungo il sito, si sono disposti le unità dell’esercito, della marina militare, dell’aeronautica, della polizia di Stato, della polizia penitenziaria, della guardia di finanza, dei carabinieri, del corpo forestale, della capitaneria di porto, dei vigili urbani, dei vigili del fuoco e della croce rossa italiana. Presenti anche i rappresentanti delle associazioni combattentistiche d’Arma, con labari e medaglieri. La cerimonia si è articolata secondo il programma prefissato, con lo schieramento dei gonfaloni dei Comuni, dei labari e vessilli delle associazioni combattentistiche e d’arma. Poi, la rassegna dello schieramento, affidata al viceprefetto vicario Filippina Cocuzza, e al comandante militare marittimo autonomo in Sicilia, Nicola De Felice, i quali, da tradizione, hanno deposto all’ingresso della chiesa la corona di fiori. Al milite ignoto hanno reso omaggio successivamente il vicesindaco di Siracusa, Francesco Italia, il commissario straordinario del Libero Consorzio, Antonino Lutri, il questore Mario Caggegi e i comandanti provinciali delle forze armate e i rappresentanti delle varie associazioni. A seguire, è stata data lettura del messaggio del ministro della difesa, Roberta Pinotti, che ha sottolineato l’importanza di una data storica per la Nazione, che il 25 aprile 1970 metteva fine alla pagina più buia del suo recente passato. A chiudere la manifestazione, la Santa Messa all’interno della chiesa presieduta dal parroco padre Paolo Mangiagli.
“E’ una data – ha detto il vicesindaco Francesco Italia – che rievoca fatti dolorosi e che ricorda un momento particolarmente buio della nostra storia che, poi, ha avuto fortunatamente un epilogo positivo. Purtroppo ne leggiamo i prodromi in quello che accade oggi nel Mediterraneo. Se, con l’olocausto, l’Europa si è trasformata in un cimitero, noi rischiamo di far diventare il Mediterraneo la stessa cosa. Guerre, terrorismo, povertà, hanno causato e continuano a provocare la fuga di centinaia di migliaia di profughi dall’indigenza e da condizioni di vita dolorose. Se grande significato può avere questa giornata – ha aggiunto Italia – è di riportare alla memoria ciò che è accaduto nella prima metà del secolo scorso, con il determinarsi di condizioni che nella storia hanno portato a eventi nefasti. Dobbiamo far tesoro di quella lezione affinché ciò che è accaduto negli anni 30 e 40 non si ripeta più. La libertà, la democrazia, i principi per i quali tanti uomini sono morti devono essere sempre tenuti come baluardo – ha concluso il vicesindaco – per tutta l’Italia, anzi per l’intero continente europeo”.