CGIL CISL e UIL, insieme a tutte le categorie categoriali sindacali, chiedono alle Istituzioni, alle Associazioni datoriali, alle imprese, di sottoscrivere il Piano per la ripresa di Siracusa che, sul modello del piano europeo, individui aree specifiche di intervento e indirizzi le richieste della Regione Sicilia per questa area.
Il sindacato confederale unitario della provincia di Siracusa individua nel 1 maggio 2021 la data simbolo per avviare un progetto di ripresa che metta insieme tutti i settori produttivi del territorio.
“La persistente crisi economica, – dichiarano i segretari generale di Cgil, Cisl Uil, Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti – determinata da una emergenza sanitaria che da oltre un anno, ormai, ha drammaticamente messo in ginocchio il Paese, ha affondato con violenza le proprie spire sull’intera provincia.
Il settore energetico, quello turistico, quello dei servizi, dell’agricoltura, del terziario in generale, hanno dovuto subire danni notevoli in termini di occupazione e di presenza sul mercato del lavoro a causa della chiusura di molte aziende.
Alla luce di quanto sta accadendo, – continuano – riteniamo fondamentale ricompattare il mondo del lavoro ripristinando un giusto contesto di azione unitaria per esigere i diritti necessari all’occupazione, alla salute e alla sicurezza. Azioni necessarie in un mondo del lavoro che, nella fase di ripresa, sarà ancor più diverso a quello pre-Covid.
CGIL CISL e UIL, con tutte le Categorie sindacali del settore industria, hanno contribuito alla costruzione di un Protocollo d’Intesa a livello regionale.
“Il Programma di Sviluppo della Regione Sicilia – dicono ancora i segretari – conferma la centralità del sito di Siracusa all’interno del sistema industriale siciliano, dando l’opportunità di promuovere una crescita sostenibile attraverso lo sviluppo di un nuovo modello che guardi alla transizione energetica, digitale ed ecologica e promuova un’economia circolare in grado di attrarre nuovi investimenti e utilizzare quanto ancora esistente nel piano nazionale Industria 4.0 vecchio di qualche anno.
In questo senso, occorre garantire la tenuta dei livelli occupazionali puntando con decisione alla stesura di un Accordo d’Area che contenga un Protocollo di Legalità che regolamenti il sistema degli appalti realizzando, in un contesto di responsabilità e sostenibilità sociale, piani che si facciano carico dell’impatto occupazionale salvaguardando la qualità, la competenza e la professionalità delle maestranze locali quale valore aggiunto, contrastando fenomeni di dumping contrattuale e promuovendo l’applicazione dei CCNL leader di riferimento.”
La sfida rappresentata dalla transizione energetica globale, per il sindacato siracusano, impone una condivisa e unitaria azione “per costruire un nuovo modello di sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile in un settore strategico per l’economia e l’occupazione del nostro territorio e per l’intera economia siciliana”. Occorre affermare una diversa, moderna e competitiva visione dell’industria puntando sulla qualità dei prodotti, dei servizi, della sicurezza e del lavoro. Uno sviluppo sostenibile sul terreno ambientale con un rapporto sempre più sinergico e condiviso con il territorio, le comunità e le istituzioni locali.
“In quest’ottica – aggiungono Alosi, Carasi e Lionti – bisogna individuare progetti di riconversione e riqualificazione industriale che promuovano investimenti, per le bonifiche, la riqualificazione delle produzioni e delle aree interessate, la riconversione di aree dismesse, l’efficientamento energetico dei siti e la realizzazione delle infrastrutture funzionali agli interventi,
nonché il potenziamento e la valorizzazione di quelli esistenti, a partire dal porto di Augusta e dal polo metalmeccanico integrato di Punta Cugno e Marina di Melilli che possono contribuire in maniera rilevante alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo e di spinta propulsiva verso un contesto di economia circolare capace di generare ulteriore valore.”
Risulta fondamentale, per sostenere il progetto di sviluppo e gli investimenti, procedere, come ben chiaro all’interno del Piano di ripresa, alla rigenerazione e digitalizzazione della Pubblica amministrazione per approntare una semplificazione burocratica ed amministrativa degli adempimenti e delle procedure autorizzative. Devono essere potenziate le infrastrutture dei trasporti, della logistica, della mobilità locale e delle reti digitali. Un cambiamento di passo che – come nello spirito del Recovery – sia recupero e, allo stesso tempo, ripartenza.
Il Piano per la ripresa di Siracusa deve rappresentare lo strumento unico per concentrare tutte le opportunità che i settori produttivi offrono. Legare tra di loro, attraverso l’infrastrutturazione del territorio e l’ammodernamento della Pubblica amministrazione, industria, turismo, agricoltura, può consentire a questa provincia una ripartenza adeguata accedendo ai fondi previsti e che rappresentano una occasione storica e, probabilmente, unica.
“L’industria turistica, che muove un diretto e un indotto assai rilevante, – aggiungono Alosi, Carasi e Lionti – ha bisogno di un sostegno concreto attraverso un piano strategico che può passare, in alcuni casi, attraverso protocolli d’intesa tra albergatori, ristoratori, servizi, tour operator e le stesse Istituzioni e associazioni datoriali presenti. Un piano di rilancio complessivo che guardi ad agevolare i percorsi organizzativi e di gestione dell’offerta.
Questo settore produttivo, fetta importante del Pil locale, per il numero complessivo di lavoratori coinvolti e per la potenzialità occupazionale che rappresenta, deve diventare elemento economico primario.
Il settore dell’agricoltura muove ormai un ambito enogastronomico, agro alimentare e culturale tale da risultare strumento di occupazione diversificata sul territorio provinciale. Tenerlo legato allo sviluppo circolare previsto significa operare un’azione di consolidamento del settore nell’ambito della produzione, della esportazione e, soprattutto, in quello della occupazione”.
Questo il 1 maggio per il sindacato unitario. Un momento di ripartenza per un piano condiviso che rilanci il territorio post covid e dia nuovo slancio all’occupazione.