L’assessorato regionale alla Pesca ha deciso di intervenire in aiuto ai pescatori che si occupano di piccolo strascico e pesca costiera. L’intenzione dell’assessore regionale al ramo, Toni Scilla, è venuta fuori durante l’incontro che si è tenuto a Mazara del Vallo tra l’associazione Agripesca Sicilia, rappresentata dal direttore regionale Dario Rustico e dal dirigente Giuseppe Marino, responsabile pesca della provincia di Trapani.
Durante l’incontro si è discusso del fermo pesca, delle quote tonno e del decreto flussi per l’imbarco di marittimi indonesiani. Durante l’incontro, hanno riferito i rappresentanti di Agripesca in una nota ufficiale, sono stati evidenziati alcuni aspetti importanti e vitali del settore, soprattutto sulla questione del fermo regionale siciliano, in particolare l’articolo 4 del decreto assessoriale in merito all’attività di Pesca da svolgere oltre le 12 miglia dalla costa durante l’interruzione tecnica per le imbarcazioni con sistema a strascico. Al riguardo Agripesca ha sottolineato che “l’assessore Scilla, in merito alla questione del piccolo strascico e riguardante la pesca costiera locale si è preso l’impegno di portare a conoscenza del Ministero delle Politiche Agricole nella persona del direttore Rigillo la possibilità di modificare il decreto assessoriale sul punto in questione per dare continuità lavorativa alle imbarcazioni che esercitano la pesca entro le 6 miglia”.
Una questione di fondamentale importanza per molti pescatori che lavorano sulle coste, e che possono vedere cambiare profondamente le proprie possibilità lavorative in base al risultato raggiunto dall’assessore al riguardo. Ormai da poco più di un mese è stato attivato il fermo biologico: a partire dal 21 marzo scorso, infatti, è stata resa obbligatoria l’interruzione temporanea delle attività di pesca per 30 giorni consecutivi, entro l’1 dicembre 2022, per i pescherecci autorizzati a svolgere l’attività di pesca con l’utilizzo di reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi, reti gemelle a divergenti, iscritti nei compartimenti marittimi della Regione Siciliana. Sono stati esclusi i pescherecci che si occupano di pesca oceanica e che operano oltre gli stretti. La scelta del fermo biologico nasce dalla necessità di dare priorità alla ricostituzione e rinnovo dell’econosistema, insieme all’impatto socio-economico che questo può avere, in un delicato equilibrio di armonizzazione delle due esigenze.
Anche lo scorso anno era stato predisposto un decreto analogo, emesso per aderire quanto più possibile al periodo emergenziale che le marinerie siciliane stanno attraversando a causa della pandemia e che consente alle imprese di pesca di scegliere il periodo di arresto in relazione all’andamento dei mercati. La novità introdotta lo scorso anno, infatti, riguarda l’ampia forchetta temporale in cui le unità da pesca abilitate allo strascico si sono potute fermare per 30 giorni continuativi. Il fermo mira anche alla salvaguardia degli stock ittici demersali, che si avvantaggiano in questo caso di una pausa, anche se parziale, ad autunno inoltrato, periodo di maggiore reclutamento tra gli individui giovanili di una stessa specie.
Nello specifico, le unità da pesca che effettuano la pesca dei crostacei di profondità, hanno potuto effettuare l’interruzione delle attività di pesca dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto nella gazzetta ufficiale; l’interruzione temporanea obbligatoria può essere effettuata anche presso compartimenti marittimi diversi da quelli di propria iscrizione e deve essere comunicata all’autorità marittima competente almeno 2 giorni prima dell’inizio del periodo di fermo.