Mentre il DDL Zan attende di tornare in discussione al Senato, c’è chi non ha deciso di aspettare, anzi di portarsi in avanti. Otto piccoli comuni italiani stanno mettendo in pratica alcune buone pratiche che del tanto discusso DDL, dando un segnale importante.
Tra i comuni promotori dell’iniziativa c’è il piccolo comune di Ferla, in provincia di Siracusa che ha approvato una delibera in cui si prevede una sanzione amministrativa di 500 euro per dichiarazioni o azioni discriminatorie contro la comunità LGBTQIA+.
Lo ha annunciato, a mezzo social, il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa: “Le discriminazioni, di ogni genere, vanno sempre punite. Un provvedimento che dà un segnale forte alla politica nazionale, spero tanti altri comuni italiani facciano lo stesso”.
“Attraverso una delibera di giunta si legge nel posto pubblicato dal primo cittadino, l’amministrazione comunale si schiera contro le discriminazioni o le dichiarazioni offensive verso persone disabili, gay, lesbiche, transessuali, bisessuali, di persona o sui social collegati all’amministrazione di Ferla”.
L’amministrazione di Ferla lo scorso 13 giugno aveva ricevuto una nota dal Partito Gay-LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale con cui inviava una proposta di deliberazione da applicare nel territorio comunale, al fine di contrastare le azioni discriminatorie contro le persone Lgbt+, donne e persone con disabilità, in assenza di una legge nazionale a riguardo.
Il nuovo regolamento comunale, prevede che su tutto il territorio, compreso l’on-line e i profili social che richiamano il paese, le azioni di propaganda d’odio, così come parole e gesti discriminatori, saranno vietati. Pena una sanzione amministrativa di 500 euro. Inoltre, l’amministrazione comunale si impegna a realizzare iniziative di sensibilizzazione in occasione di ogni 17 maggio, giornata mondiale contro l’omotransfobia.