Cento milioni di euro. È questa la somma che il governo Musumeci ha ripartito alle nove ex Province siciliane per il 2021. Scendendo nel dettaglio, alle tre Città metropolitane vanno 52,4 milioni di euro, ai Liberi Consorzi comunali 47,6 milioni. Il provvedimento è stato firmato dall’assessore alle Autonomie locali, Marco Zambuto, di concerto con l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. I criteri utilizzati per la suddivisione dei fondi sono: lunghezza delle strade provinciali, classi scolastiche delle scuole medie superiori di secondo grado, popolazione e superficie territoriale. Al Libero Consorzio di Siracusa, essendo in dissesto finanziario, viene assegnata una quota aggiuntiva di un milione e mezzo di euro. “Sono risorse che non soddisfano le necessità delle Province. – afferma Gaetano Agliozzo segretario alla Funzione pubblica della Cgil Sicilia –. Noi ancora paghiamo lo scotto dei tagli effettuati dal Governo nazionale e se quest’ultimo non ripristina le somme che vengono trattenute a monte difficilmente noi potremmo garantire agli enti provinciali i fondi perché possano assolvere alle proprie funzioni. Le Province assumono un ruolo importante soprattutto per quanto riguarda la manutenzione delle strade provinciali, l’assistenza agli alunni disabili delle scuole superiori, la manutenzione degli edifici scolastici, ambito nel quale, essendo la Sicilia una regione ad alta sismicità, necessita sempre di risorse e di controlli per garantire la sicurezza degli istituti. Sono risorse dunque insufficienti a garantire le funzioni delle Province, è un segnale questo che va certamente implementato”. “Quello che noi chiediamo – prosegue Agliozzo – è che venga portata avanti fino in fondo la riforma degli enti provinciali tanto annunciata ma sempre rinviata e su questo chiediamo da tempo al presidente della Regione di portarla a termine coinvolgendo a pieno le organizzazioni sindacali. Va anche detto che l’organico delle Province nel corso degli anni si è ridotto di molto, soprattutto di figure tecniche e il blocco delle assunzioni e dunque del turn-over, comporta più difficoltà nel buon funzionamento degli enti perché venendo meno gli amministrativi e soprattutto le figure tecniche che sovrintendono alla programmazione dei lavori è più complicato mettere in campo tutto ciò che è necessario per assicurare un normale funzionamento di queste Province o ex Province, Città metropolitane. È sicuramente importante il finanziamento aggiuntivo per Siracusa, ente in dissesto finanziario”. “La distribuzione di queste risorse alle ex Province, consentirà a questi enti, che da troppo tempo si trovavano in difficoltà economiche, di proseguire il loro percorso verso il risanamento. – dichiara Paolo Montera, segretario alla Funzione pubblica della Cisl regionale – Anche se, certamente, uno sforzo in più servirà per Siracusa in dissesto economico. Negli ultimi tempi, si sono fatti diversi passi avanti per gli enti di secondo livello, anche in termini di personale e di stabilizzazione dei lavoratori. Su questo ultimo punto, in particolare, ci aspettiamo che anche la ex Provincia di Trapani faccia la sua parte”. “Da parte nostra, – conclude Montera – continueremo a sollecitare il governo regionale affinché al più presto s’impegni in una seria ed organica riforma del settore che consenta di ripartire con l’erogazione di quei servizi essenziali di cui sono responsabili, come scuole e strade solo per citarne alcuni”. “Per quanto ci riguarda – sottolinea Gianni Borrelli, responsabile del Pubblico impiego della Uil Sicilia– le priorità sono: il pagamento degli stipendi ai lavoratori, in ritardo in particolare a Caltanissetta, Trapani ma soprattutto a Siracusa, le strade provinciali e l’edilizia scolastica”. “Finalmente – sottolinea Borrelli – se tutta questa operazione va a buon fine, se ne avvantaggiano i lavoratori che in alcune Province aspettano lo stipendio da mesi”. Questa la ripartizione dei fondi per ogni singolo ente: Palermo, 20,7 milioni di euro; Catania, 18 milioni di euro; Messina, 13,7 milioni di euro; Agrigento, 9,6 milioni di euro; Caltanissetta, 6,9 milioni di euro; Enna e Ragusa, 6 milioni di euro; Siracusa, 10,3 milioni di euro; Trapani, 8,8 milioni di euro.