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Esposto denuncia di Fabio La Ferla (O.S.A.) contro la Marina militare per utilizzo di amianto nella sue navi

DiMaurilio Abela

Dic 27, 2020

“Mi sono recato presso il Comando provinciale dei carabinieri di Siracusa e ho denunciato. Evidentemente il Pm di Venezia, sul cui tavolo c’è un fascicolo aperto, ha ben pensato di agire e di aprire le indagini”. Fabio La Ferla, presidente dell’Organizzazione Siciliana Ambientale, è stato sentito come persona informata sui fatti in merito alla presenza di amianto sulle navi della Marina militare. Ha esposto tutto quello che sa durante un interrogatorio durato 4 ore dai Nas (nucleo antisofisticazioni della sanità dell’arma dei Carabinieri). “Ho risposto a ogni domanda –  spiega Fabio La Ferla – insieme al medico del lavoro Asp. Ho detto tutto ciò che so, con foglio matricolare in mano della Marina Militare del 1973. Conteneva i dettagli relativi alla nave, al periodo, al luogo. L’amianto è latente nel tempo, bisogna sconfiggerlo in ogni modo”.

L’ Organizzazione Siciliana Ambientale – Generazione Futura ha presentato presso il comando dei Carabinieri di Siracusa una denuncia-querela contro la Marina Militare per l’utilizzo di amianto, soprattutto nelle navi militari.  “Le istituzioni sono rimaste inerti – afferma La Ferla – rispetto alla già denunciata problematica amianto che, ancora ad oggi, con un fenomeno di patologie asbestocorrelate, investe cieca tutti coloro che ne sono rimasti esposti, sia per ragioni lavorative che ambientali”.

La tragedia delle vittime dell’amianto rimembra la ritirata nell’inverno russo (1943), mentre in Italia era approvata la L. 455/1943 di indennizzo dell’asbestosi per malattia professionale. In quegli anni durante i quali uomini e donne, militari e civili, combattevano e morivano sui campi di battaglia e nelle città di tutto il mondo, lo Stato approvava la legge a tutela delle vittime amianto. Riconoscendo l’asbestosi come patologia asbesto correlata. Seguiva una stasi legislativa, fino all’introduzione della L. 257/92 (‘Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto’). “Nonostante la presenza di 40.000.000 di tonnellate di amianto e di materiali contenenti asbesto, non sottoposte alle opportune azioni di bonifica – dice La Ferla – tutto è rimasto come prima e la fibra killer ha continuato e continua ad uccidere. Così nelle scuole, negli ospedali, perfino nelle navi della Marina Militare Italiana”.

“Dopo quasi 30 anni la L. 257/92 è ormai vetusta e inadeguata, – spiega il presidente dell’Organizzazione Siciliana Ambientale – a fronteggiare il rischio amianto mancando delle opportune tutele nei confronti dei cittadini poiché a distanza di 28 anni, dalla sua entrata in vigore, le morti di amianto continuano ad aumentare. La bonifica ha riguardato solo una minima parte dell’amianto presente sul territorio italiano. La fibra killer, unita ad altri cancerogeni, agisce in sinergia, continuando a mietere vittime. Il mesotelioma pleurico, principale neoplasia asbesto correlate, è causata unicamente dall’amianto anche con esposizione a basse dosi. Questo dato clinico – continua Fabio La Ferla – unito a quello epidemiologico, rende urgenti le operazioni di bonifica. L’adozione di tali misure rende necessario la presa d’atto della presenza ancora a tutt’oggi, dell’ingente quantitativo di amianto e materiali contenenti asbesto, presenti in un milione di micrositi e di decine di migliaia di siti di una certa rilevanza, e per una epidemia che colpisce duro, specialmente in periodo di COVID.

Le vittime dell’amianto – aggiunge La Ferla – già debilitate dalle fibre, proprio negli apparati respiratori e cardiovascolari, sono facilmente attaccati dal virus pandemico, con conseguente, ulteriore più grave ecatombe nel silenzio totale di tutte le istituzioni. La situazione emergenziale con maggior rischio per coloro esposti ad asbesto, renderebbe opportuno un protocollo COVID per le vittime dell’amianto, che invano abbiamo chiesto al Ministro della Sanità”. “Occorre- rileva Fabio La Ferla- uno sviluppo che sia ecocompatibile ed ecosostenibile, e solo in questo modo si potrà perseguire e raggiungere la c.d. prevenzione primaria. Il sovrastato normativo in tema amianto, che si è susseguito negli anni ha prodotto unicamente una normativa disorganica e atecnica. Ad oggi sarebbe necessario uno snellimento del sistema giudiziario, poiché caratterizzato da un sistema lento ed obsoleto”.

C’è inoltre il problema ella presenza di amianto nelle abitazioni che necessita una maggiore attenzione da parte degli enti locali. “I Comuni – spiega a tal proposito il battagliero siracusano – dovranno farsi per primi portavoce dell’iniziativa di bonifica. Sempre ed in ogni caso con semplificazione, sburocratizzazione, e l’incentivo fiscale. Il Superbonus del 110% anche per la bonifica amianto, slegato dagli oneri di efficientamento energetico. Un appello – dice La Ferla- a tutte le Forze Politiche indistintamente, e a tutte le Istituzioni, a partire dal Ministro dell’Ambiente, Gen. Sergio Costa, a quello della Giustizia, On.le Avv. Alfonso Bonafede, e al Ministro della Salute, On.le Roberto Speranza, e a tutti coloro che hanno competenza, in relazione a funzioni di tutela della salute e dell’ambiente affinchè, valorizzino il ruolo delle istituzioni locali a partire dai Sindaci”.

In conclusione La Ferla sottolinea che la sua non è una lotta personale ma una battaglia per la vita contro un sistema che ha ucciso tante persone, per i tanti genitori che sono venuti a mancare per l’amianto. E’ una battaglia di tutti A difesa delle future generazioni e di tanti miei coetanei”.

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