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Democrazia partecipativa, in Sicilia un Comune su due non ha speso i fondi 

Diredazione SB

Nov 2, 2024

La Regione Siciliana, tramite l’assessorato alle autonomie locali, ha emanato una delibera, per annunciare che diversi comuni, anche nel siracusano, dovranno restituire parte dei fondi destinati loro per progetti di democrazia partecipata. In particolare quando si parla di democrazia partecipativa la decisione pubblica è presa dai rappresentanti sulla base di processi di partecipazione dei cittadini che hanno la possibilità di esprimere le proprie idee e le relative ragioni su una determinata tematica.

Nello specifico i comuni isolani dovranno restituire oltre 1,3 milioni di euro in quanto non hanno speso il denaro, a titolo di penale per mancata o parziale attivazione di forme di democrazia partecipata (somme riferite ai trasferimenti regionali per l’anno 2019, il 2% dei trasferimenti ricevuti).

A dieci anni dalla sua introduzione, tuttavia, la democrazia partecipativa nell’isola continua a non spiccare il volo. Accanto a Comuni che incentivano la presentazione dei progetti e pubblicizzano le procedure di selezione di quelli da finanziare, ce ne sono molti che perdono letteralmente la possibilità di spendere le somme.

La normativa prevede che gli assegnatari dei trasferimenti regionali spendano “almeno il due per cento delle somme loro trasferite con forme di democrazia partecipata, utilizzando strumenti che coinvolgono la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune, pena la restituzione nell’esercizio finanziario successivo delle somme non utilizzate secondo tali modalità”.

I dati dicono che 181 enti sui 391 non sono riusciti a impegnare le risorse destinate alla democrazia partecipativa. Molto spesso l’inadempienza ha riguardato la totalità delle somme trasferite: è il caso, per esempio, del Comune di Modica che sarà tenuto a restituire alla Regione oltre 32mila euro. Tra chi non ha investito nulla c’è Marsala: l’amministrazione dovrà rinunciare a quasi 27mila euro che sarebbero potuti essere utilizzati per finanziare iniziative dal basso.

A far parte dell’elenco degli inadempienti ci sono anche Comuni che hanno dichiarato di avere speso in parte – a volte quasi completamente, altre volte una piccola percentuale – le somme previste per la democrazia partecipativa. In sostanza, la spesa sarebbe stata fatta ma senza raggiungere il due per cento previsto dalla legge. Si tratta di poco più di una trentina di enti: tra questi c’è Siracusa che, destinataria di quasi 54mila euro, è riuscita a impegnarne poco meno di 40mila, mentre il resto dovrà essere restituito. 

Nei confronti di chi ha presentato impegni di spesa, non è escluso che vengano svolti ulteriori approfondimenti. L’assessorato, infatti, si riserva la “facoltà di procedere all’applicazione di ulteriori penali, qualora – a seguito di verifiche, anche di tipo ispettivo – dovesse risultare che le somme impegnate di cui alle attestazioni prodotte dalle amministrazioni comunali non siano effettivamente spese in conformità” a quanto previsto dalla legge.

I Comuni che in misura diversa dovranno restituire tutti o in parte i fondi destinati alla democrazia partecipativa, in provincia di Siracusa sono: Buccheri, Francofonte, Lentini, Noto, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Siracusa, Solarino e Sortino.

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