Sono 734 i nuovi positivi al Coronavirus in Sicilia su 5.093 tamponi processati . Le vittime sono 28 nelle ultime 24 ore che portano i morti a 2.468 dall’inizio della pandemia. I positivi sono 34.950 con un aumento di 603 attuali positivi. Negli ospedali i ricoveri sono 1276, 27 in più rispetto a ieri, mentre i ricoveri in regime ordinario sono 1090, 17 in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 186, 10 in più rispetto a ieri. I guariti sono 103. La distribuzione nelle province vede Catania 271, Palermo 183, Messina 103, Siracusa 90, Enna 40 Trapani 26, Ragusa 17, Caltanissetta 3, Agrigento 1.
Intanto da giovedì 7 gennaio tutta Italia torna gialla ma con il nuovo dpcm in arrivo dopo il 10 e invigore dal 15 le regioni rischiano di colorarsi di nuovo in maniera diversa con i relativi stop alle attività e agli spostamenti. L’epidemia rallenta ma troppo lentamente mentre l’RT è in aumento e ci sono situazioni diverse fra regione e regione.
A rischiare per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l’ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt e che potrebbero essere collocate nella lista dei territori sottoposti a maggiori restrizioni. Molto vicine a quella soglia ci sono anche Puglia, Basilicata e Lombardia. La Sicilia non è fra le Regioni a rischio nonostante l’indice Rt a 0,93 (nella esatta media Paese) e il ritorno alla crescita del contagio. Ma con l’annunciato cambio dei parametri di valutazione la situazione potrebbe modificarsi e far slittare l’isola di nuovo verso la zona arancione.
A preoccupare non è solo il numero dei nuovi positivi ma l’indice di positività. Si tratta di un paremetro che viene rilevato da circa un mese e che potrebbe entrare fra quelli presi in esame per stabilire colori e provvedimenti. In pratica è il rapporto fra i nuovi positivi e il numero dei tamponi effettuati.
La media italiana è poco al di sopra del 14% (14,1 per l’esattezza). Significa che ogni 100 tamponi effettuati 14 persone controllate risultano positive al virus. In Sicilia il dato di ieri era più alto della media paese attestandosi a ridosso del 15% (14,97%) Un dato che unito all’indice Rt di 0,93 crea una condizione di rischio non immediata ma di crescita dell’epidemia per la fine di gennaio. Da qui la possibilità della zona arancione.