Il sindaco, Francesco Italia, è uno dei firmatari di una lettera aperta “Ai cari amici tedeschi” assieme all’eurodeputato Carlo Calenda e ad altri 10 amministratori locali. La missiva, pubblicata oggi dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, è un appello affinché la Germania accolga la proposta italiana e francese per l’emissione, da parte dell’Unione Europea, dei cosiddetti “coronabond” per affrontare le spese legate all’epidemia condividendo i debiti.
La lettera è un richiamo al principio di solidarietà tra gli stati, alla memoria e a quanto avvenuto nel secondo dopoguerra, quando fu dimezzato il debito della Germania per consentirne la ripresa. Oltre all’onorevole Calenda e al sindaco Italia, porta la firma dei presidenti dell’Emilia Romagna e della Liguria e di altri 8 sindaci: Milano, Venezia, Bologna, Genova, Bergamo, Brescia, Padova e Ancona.
“Al di là della mia appartenenza politica – afferma il sindaco Italia – ho aderito in maniera convinta alla lettera proposta dall’onorevole Calenda perché quella che stiamo affrontando è una sfida globale in cui ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte ma tutti, dalla singola persona agli stati nazionali, devono sentirsi impegnati in uno sforzo corale basato su un forte senso di appartenenza e solidarietà. Da questa sfida si esce solo combattendo uniti in uno sforzo comune, sulla basi di quei valori che sono a fondamento dell’Europa e ne hanno da sempre ispirato l’azione”.
Questi alcuni passi della lettera.
“Cari amici tedeschi, con il Coronavirus la storia è tornata in Occidente. Dopo trent’anni in cui l’unica cosa rilevante è stata l’economia, oggi la sfida torna ad essere, come in passato, politica, culturale e umana. La prima sfida riguarda l’esistenza stessa dell’Unione Europea. Oggi l’Unione europea non ha i mezzi per reagire alla crisi in modo unitario. E se non dimostrerà di esistere, cesserà di esistere. (…)”.
“L’Olanda capeggia un gruppo di paesi che si oppone a questa strategia (ai “coronabond”, ndr) e la Germania sembra volerla seguire. L’Olanda è il paese che attraverso un regime fiscale “agevolato”, sta sottraendo da anni risorse fiscali da tutti i grandi paesi europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque i nostri cittadini più deboli. Quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi. L’atteggiamento dell’Olanda è a tutti gli effetti un esempio di mancanza di etica e solidarietà. Solidarietà che molti paesi europei vi hanno dimostrato dopo la guerra e fino alla riunificazione. (…)”.
“Cari amici tedeschi, la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste. Il vostro posto è con i grandi paesi europei. Il vostro posto è con l’Europa delle Istituzioni, dei valori di libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali. Dimostriamo insieme che l’Europa è più forte di chi la vuole debole”.