Si è protratto fino a notte fonda il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi sul concorso per i docenti precari della scuola, ma alla fine, dopo mezzanotte, l’accordo è stato trovato: il concorso per i precari ci sarà, ma dopo l’estate e non sarà più a crocette ma con una prova scritta, in attesa del testo definitivo che sarà diffuso stamane. “Soddisfazione” da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per essere riuscito a trovare un punto d’incontro tra le posizioni del Movimento 5 Stelle, che chiedeva un test a crocette, e quelle del Pd che, invece, chiedeva una selezione che si basasse sulle graduatorie. In un post su Facebook, la ministra Azzolina ribadisce che è stato confermato “il concorso come percorso di reclutamento per i docenti. È stata anche accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette, previsti nel decreto sulla scuola votato a dicembre in Parlamento. Saranno sostituiti da uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica. Nel frattempo, in attesa di espletare la prova, ci saranno le supplenze dalle graduatorie provinciali che saranno aggiornate con le nuove modalità. Ringrazio la maggioranza, abbiamo raggiunto un importante obiettivo”. Adesso, ha poi aggiunto, “occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti. Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro”.
E in questo contesto si inserisce l’idea del premier: “La proposta del presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti – ha continuato Azzolina – Viene accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette che erano stati previsti nel decreto scuola votato a dicembre in Parlamento. Questa prova sarà sostituita con uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica”. Le scelte che facciamo oggi avranno infatti ripercussioni nei prossimi anni”.
Ottimismo anche tra le fila del Partito Democratico che, nel vertice, è stato rappresentato da Nicola Oddati, Anna Ascani e Andrea Marcucci: “Con la mediazione trovata ha vinto non una parte politica, ma il buon senso – hanno fatto sapere – La soluzione individuata ci convince perché va nella direzione che abbiamo sempre auspicato. Ringraziamo, dunque, la maggioranza, la ministra e il presidente del Consiglio per il grande lavoro fatto”.
I Dem, poi, rispondono a coloro che, nelle polemiche scaturite sul tema nelle ultime settimane, li ha accusati di voler mettere in atto una sanatoria che coinvolgesse migliaia di precari: “In queste settimane – continuano – abbiamo letto provocazioni e semplificazioni di chi accusava di volere una ‘sanatoria’. È il caso di ribadirlo, il Pd non ha mai sostenuto l’idea che si potesse entrare di ruolo a scuola senza una forma di selezione. E questo perché lo giudichiamo un errore per il sistema, per gli studenti, ma anche per i precari. Perché se abbiamo 32mila posti per circa 80mila aspiranti, tutti devono poter concorrere ad occuparli”. E spiegano che per loro una selezione con un test a crocette non poteva essere considerata una soluzione sufficiente: “Noi ponevamo un problema molto serio. Le crocette non sono uno strumento di selezione adeguato. Lo avevamo accettato perché consentiva di procedere più rapidamente di altre forme, ma la pandemia ha cambiato le carte in tavola ed era quindi giusto un ripensamento complessivo. La maggioranza ha convenuto che il concorso straordinario si farà non appena ce ne saranno le condizioni, con una prova scritta selettiva, non a crocette. Si valuteranno titoli, servizio e l’esito della prova. La richiesta giusta che veniva dai precari e dai sindacati era quella di evitare un ‘concorso-lotteria’ in piena emergenza. L’abbiamo accolta e crediamo fosse doveroso farlo”.
E concludono: “L’intesa di stasera è importante perché a vincere non è qualcuno, ma la scuola. E si potrà così cominciare a restituire a questo mondo la serenità che serve per ripartire al meglio a settembre. Questo è un dovere, un imperativo categorico, e da domani continueremo tutti, compattamente, a lavorare solo per questo”.