«Il Governo nazionale intervenga con più determinazione per valorizzare un imprenditore italiano e, allo stesso tempo, inserire come partner il fondo strategico della Cassa Depositi Prestiti.» È questo il messaggio che Angelo Colombini, segretario generale nazionale della FEMCA Cisl, lancia da Siracusa intervenendo al Consiglio generale della categoria territoriale parlando della vicenda ENI Versalis. Il segretario generale della FEMCA conferma la linea del sindacato e le perplessità sul fondo americano potenziale acquirente SK Capital non ci convince perché non ha un patrimonio industriale, – sottolinea Colombini – perché è facilmente riconducibile a un fondo di speculazione, perché abbiamo paura dell’effetto spezzatino che rischia di dissipare un patrimonio industriale.»Colombini, rinnovando la necessità di mantenere una cospicua presenza pubblica in ENI grazie al fondo della Cassa Depositi Prestiti, conferma di aver chiesto al Governo nazionale, quindi al ministro dello Sviluppo economico, di intervenire con maggiore determinazione in questa vertenza.
«Ci vuole un “cavaliere bianco” che scongiuri questo passaggio – aggiunge il segretario dei chimici Cisl – Il Governo ha questa potenzialità e questa responsabilità; faccia una verifica nel mondo industriale e chimico, chiedendo a qualche imprenditore che ha liquidità da mettere in campo. Bisogna coinvolgere gente – e ci sono – che voglia rilanciare la chimica italiana e voglia essere protagonista della propria storia.»Angelo Colombini chiede che vengano garantiti gli investimenti e la continuità produttiva che sta assicurando Versalis e «visto che ci sono delle esperienze molto impegnative – aggiunge – perché non chiedere a questi imprenditori di intervenire?».
Al centro dei lavori convocati dal segretario generale della FEMCA Cisl Ragusa Siracusa, Sebastiano Tripoli, svolti alla presenza della segretaria nazionale Nora Garofalo, del segretario generale regionale di categoria, Franco Parisi, e del segretario generale della UST, Paolo Sanzaro, le preoccupazioni di un potenziale effetto domino nell’area industriale siracusana. «Noi dobbiamo imparare a rilanciare un’idea nostra – sottolinea ancora Colombini – quella dell’industria sostenibile. Dobbiamo chiedere a tutte le aziende che sono presenti in questa zona di investire in una chimica e in una raffineria sostenibile. Quello è il futuro, perché mantenere siti senza investimenti e senza guardare alla sostenibilità, significa andare inevitabilmente verso il declino.»
Un’analisi più complessiva della situazione locale, è stata offerta dalla relazione di Sebastiano Tripoli che si è soffermato sulla crisi della raffinazione e dell’indotto chimico.«Il settore sta vivendo una crisi – sottolinea il segretario FEMCA Ragusa Siracusa – Dobbiamo capire cosa vogliono fare Esso e Lukoil. Da una parte cogenerazione e raffinazione, dall’altra l’assenza di un piano industriale che tarda a essere presentato. Non è accettabile che si resti alla finestra e attendere gli eventi della crisi. Anche alla Sasol si aspettano risposte; sono quelle legate all’investimento per il turbogas che, da due anni, va avanti con troppa lentezza.»
Sebastiano Tripoli, che conferma un decadimento delle relazioni industriale, individua come una delle cause principali la stessa consistenza economica e la politica industriale delle aziende presenti in quest’area industriale.