E’ durata due ore la rivolta dei detenuti di Cavadonna che, dopo avere appreso delle nuove direttive del Governo in merito alla sospensione dei colloqui dei familiari per via dell’emergenza Coronavirus, hanno dato vita ad una violenta protesta. Sarebbero stati danneggiati gli arredi, sfondate le porte di sicurezza e i cancelli sarebbero stati distrutti. Le forze dell’ordine hanno cinturato il penitenziario, impiegato anche un elicottero dei carabinieri per controllare dall’alto. Il mezzo è rimasto in volo fino a notte fonda. Momenti di tensione anche nell’istituto penitenziario di Augusta, a Brucoli, dove una quarantina di detenuti avevano mostrato l’intenzione di avviare un’azione simile a quella di Siracusa e di molte altre carceri italiane.
“Fortunatamente nel caso di Augusta- spiega Nello Bongiovanni del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria – la situazione è stata subito sedata, senza che potesse degenerare. I detenuti devono accettare quanto è previsto per tutti in queste settimane. Sono restrizioni legate alla tutela della salute pubblica e valgono per le persone libere come per chi è sottoposto a misure restrittive. Episodi gravissimi come quello di ieri sera dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, che il nostro sistema penitenziario è vittima di serissime falle, che non mettono nemmeno gli agenti penitenziari nelle condizioni di svolgere in sicurezza il proprio lavoro. Solo la bravura dei colleghi, la capacità di non creare muro contro muro, ha scongiurato il rischio che la rivolta provocasse situazioni ancor più problematiche, magari con feriti”