“Era stato aperto il 2 dicembre l’asilo nido di Cassibile ma la chiusura della struttura è prevista per l’ultimo dell’anno, il 31 dicembre”. La denuncia è di Paolo Romano del Circolo “Bartolo Implatini” di Cassibile.
Romano ha chiesto l’intervento del prefetto di Siracusa, Giusy Scaduto per evitare tanti disagi a, circa, 40 famiglie. Immediata la risposta dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Siracusa, Concetta Carbone.
“Si tratta di un asilo privato e non pubblico” dichiara l’assessore.
“L’amministrazione comunale – afferma Carbone – con i fondi messi a disposizione della Regione siciliana – acquista dei posti negli asili privati, laddove non vi siano strutture pubbliche. Nella fattispecie, a Cassibile, il Comune di Siracusa ha pagato per tutto il mese di dicembre 39 posti”. Secondo quanto riferito dallo stesso assessore alle Politiche sociali, “sono già pronte le pratiche per comprare i posti a partire dal mese di gennaio fino a giugno”.
L’assessore alle Politiche sociale lancia, poi, una stoccata al gestore dell’asilo privato di Cassibile. “L’imprenditore si comporti da imprenditore, il Comune di Siracusa – dice Concetta Carbone – non è una sua succursale. Noi stiamo attendendo i decreti di finanziamento della Regione, senza i quali non è possibile istituire una procedura di gara. Ai primi di gennaio, comunque, gli atti saranno pronti, per cui non comprendo questo atteggiamento”.
Pronta la controreplica di Paolo Romano: “Tengo a precisare e a fare chiarezza sulla questione asilo nido di Cassibile.
Il servizio fu istituito nella prima sindacatura Bufardeci. In quell’occasione fu espletata, dal Comune di Siracusa, una regolare gara di affidamento con un’unica differenza rispetto alle strutture di Siracusa dovuta al fatto che a Cassibile, non essendoci un’immobile di proprietà comunale, la cooperativa aggiudicataria doveva provvedere a dotarsene a proprie spese”.
“La leggenda, secondo cui l’asilo nido di Cassibile, è un servizio privato – prosegue Romano – è certamente
smentita, anche, dal fatto che le iscrizioni i cittadini le fanno tramite piattaforma del Comune di Siracusa e le stesse rette vengono pagate al Comune di Siracusa. Non solo: l’organo di controllo e di gestione, a suo tempo istituito, era nominato proprio dal Comune stesso”.
“Pertanto, credo – conclude Paolo Romano – che sia compito dell’amministrazione di dire la verità sulla questione e, soprattutto, di risolvere la problematica che rasenta, oltre al danno, la beffa per gli ignari cittadini e agli operatori che vi lavorano”.