Presentato ieri in conferenza stampa, presso il Comune di Buscemi, il progetto “Sempre ragazzi di montagna”, promosso dalla associazione Volontari Sostegno Disabili Onlus (VOSDI) con la partnership dell’Associazione Servizio Civile e Sostegno Disabili (ASSOD) e dei Comuni di Buscemi e Buccheri.
“Si tratta di un’occasione utile alla rigenerazione del tessuto sociale della nostra comunità – ha dichiarato il sindaco Rossella La Pira – per crescere insieme, ridurre la sensazione di solitudine che spesso gli anziani delle nostre città soffrono: un progetto di risveglio e condivisioni di esperienze tra i giovani e i meno giovani di Buscemi”. “Nel nostro comune – ha aggiunto – abbiamo già avuto esperienze simili e abbiamo avuto modo di vedere che sono effettivamente di un’utilità straordinaria per tramandare la memoria e far si che i giovani si interessino sempre di più al luogo in cui vivono”.
Sulla stessa linea il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo: “Queste iniziative non possono che essere sposate dalle amministrazioni perché contrastano lo spopolamento in queste nostre realtà dove la percentuale delle persone che hanno 65 o più anni è altissima e i giovani sono costretti ad andare a studiare o a lavorare altrove. La memoria delle nostre comunità va conservata, tutelata e tramandata, nel tentativo, inoltre, di creare nei più giovani quello spirito di appartenenza che magari, un giorno, li porterà a tornare a vivere nelle nostre città. In questo periodo storico particolarissimo, segnato dalla pandemia, iniziative del genere sono anche utili per far comprendere ai nostri ragazzi ciò che hanno vissuto i nostri anziani e metterlo in rapporto con ciò che stanno affrontando loro oggi, con tutte quelle comodità che i loro nonni invece non avevano”.
Ad entrare nel dettaglio di “Sempre ragazzi di montagna”, che durerà un anno, il dr. Filippo Spadola, referente del progetto: “La premessa di contesto dalla quale nasce l’iniziativa riguarda l’area montana degli Iblei, in particolare i comuni di Buscemi e di Buccheri che vedono un trend demografico in forte decrescita ormai da decenni. La tendenza alla decrescita è accompagnata anche da un notevole invecchiamento della popolazione e da un sostanziale blocco del ricambio generazionale. Attraverso il coinvolgimento dei (pochi) giovani presenti nelle comunità, si intende innescare un processo di rigenerazione di comunità a partire dalla condivisione di esperienze fra generazioni.
Offrire spazi di aggregazione che riescano a rendere più frequenti e significative le interazioni sociali è quanto il progetto vuole provare a fare tramite le tre azioni, distinte ma convergenti, in cui è articolato:
Da Zero a Cent(r)o
In una realtà i cui componenti non dialogano in maniera significativa tra loro non si creano relazioni circolari e, quindi, non può neanche esserci una vera e propria comunità. Per cambiare modo di interagire è necessario individuare spazi ad hoc devo poter trovare dei facilitatori di relazioni. Queste figure cercano di capire quali interessi comuni si possono avere tra le generazioni e scoprire delle attività che accontentino tutti e che possano essere condivise in modo intergenerazionale. Queste attività, come laboratori di cucina o perfino dei piccoli tornei del gioco delle carte, per quanto banali, se fatte con consapevolezza servono a creare integrazione.
Narrare la memoria
Ciascuno ha piacere di raccontare il proprio vissuto, ma spesso i ragazzi non conoscono il passato della comunità in cui vivono o alcuni aspetti della tradizione. Molti giovani, infatti, spesso ignorano come si facevano alcune cose, come è nata una comunità, il folclore. La scommessa è far partecipare le persone più avanti nell’età e informare i giovani che a loro volta dovranno cercare le persone in grado di consegnare loro i ricordi da conservare. Lo faranno realizzando dei video che saranno pubblicati su un canale YouTube a beneficio della comunità e fruibile da chiunque anche all’esterno.
Cultura e contaminazione
Con questa azione si vuole fare in modo che i giovani e i meno giovani possano conoscere meglio il territorio degli Iblei. Si concretizzerà con delle visite, delle escursioni, presso luoghi limitrofi di interesse culturale e turistico cercando anche di coniugare le altre azioni del progetto. Per fare un esempio: una delle esperienze raccolte potrebbe riguardare una città vicina e allora si potrebbe organizzare lì un’escursione per vedere come sono cambiati i luoghi, cosa è rimasto, come il ricordo può essere ancora attuale.
L’ambizione complessiva è quella di dare consapevolezze e identità a luoghi nei confronti dei quali affezionarsi, sensazioni che possono influire sui ragazzi per le loro decisioni future”.
A concludere la conferenza stampa il dr. Paolo Santoro, presidente ASSOD: “La sfida di combattere la solitudine degli anziani, rispondendo all’avviso del competente assessorato regionale, l’abbiamo raccolta pensando proprio al termine “ascolto”. I giovani sono abituati all’immediatezza della comunicazione, grazie alle tecnologie di cui oggi disponiamo, ma hanno difficoltà ad ascoltare e condividere esperienze e sensazioni. Questo progetto, finanziato dall’Assessorato Politiche Sociali e Lavoro della Regione Siciliana nell’ambito delle misure a contrasto delle solitudini involontarie, specie nella popolazione anziana, attraverso iniziative e percorsi di coinvolgimento partecipato, sarà l’occasione ideale per i meno giovani per raccontare e raccontarsi. I giovani, dal canto loro, saranno indotti ad ascoltare, apprendere, accogliere e conservare le esperienze che gli verranno tramandate. Tutto ciò si tramuterà in un valore, un patrimonio, per l’intera comunità”.