La provincia di Siracusa si arricchisce di un nuovo museo. Si tratta del Museo degli antichi mestieri inaugurato a Buccheri, che va ad integrare l’Ecomuseo degli Iblei, gestito dalla Rete museale degli Iblei. L’esposizione etnoantropologica, a carattere permanente, è stata allocata nel palazzetto di pregio storico Casa del Fanciullo.
All’inaugurazione hanno preso parte il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, il presidente e la direttrice dell’Ecomuseo degli Iblei, rispettivamente Paolino Uccello e Cetty Bruno (la quale ha curato l’iniziativa), il curatore dell’esposizione, Francesco Vacirca, e l’etnoantropologo, Luigi Lombardo.
Si concretizza in tal modo uno degli obiettivi della Legge n. 16/2014 della Regione siciliana che istituisce gli Ecomusei di Sicilia, riconoscendone 13 in tutto il territorio isolano.
In provincia di Siracusa è l’Ecomuseo degli Iblei a operare per la salvaguardia e la valorizzazione dell’imponente patrimonio culturale di questa porzione di territorio, imponendo a dirigenti e operatori coinvolti un impegno forte e deciso, ma soprattutto pieno di passione, volto a sensibilizzare le comunità che ne fanno parte verso la tutela e il recupero dei beni materiali e immateriali.
“Le finalità – spiegano il presidente Paolino Uccello e la direttrice Cetty Bruno – sono insomma tese a rafforzare quel senso di appartenenza che rende stabili ed equilibrati i percorsi intrapresi e a favorire grandi possibilità di sviluppo economico”.
In questa direzione si è mossa la Rete Museale degli Iblei, con il sostegno del sindaco Caiazzo, che ha concesso il pregevole edificio in pieno centro storico, e la passione di Francesco Vacirca, ricercatore ed estimatore delle tradizioni popolari, che ha raccolto e conservato oggetti a testimonianza delle attività del popolo ibleo, come antiche maioliche di Caltagirone, divise tra formine per la marmellata, piatti, quartare, brocche e giare. Per quanto riguarda l’arte sacra, sarà possibile ammirare una ricca collezione di santini antichi, statuine, un crocifisso del ‘600 in cartapecora e quadri della religiosità popolare.
Fulcro della collezione sono i numerosi attrezzi che testimoniano le tecniche artigianali tipiche dei paesi di montagna, come la lavorazione della pietra lavica, attrezzature da falegname con banchi, un tornio in legno a pedali, pialle, seghe, scalpelli e tutto l’occorrente per impagliare le sedie e fare il sapone in casa.
Un settore molto completo è quello della tessitura, con telai databili tra il ‘700 e l’800, e gli strumenti per l’orditura e la cardatura della lana e i relativi manufatti, che testimoniano l’operosità delle donne iblee.