I carabinieri della Compagnia di Noto hanno arrestato due persone accusate di tentata estorsione in concorso e detenzione e porto illegale di arma.
Si tratta di Paolo Zuppardo, e Giuseppe Capozio, entrambi soggetti già noti alle forze dell’ordine per i loro numerosi precedenti penali. I due uomini, a conclusione di mirata e complessa attività investigativa, sono stati individuati quali autori di un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore siracusano incaricato della costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata nella prima periferia di Avola.
L’attività d’indagine traeva origine nel mese di febbraio di quest’anno quando i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Noto apprendevano dell’esplosione di colpi di fucile in direzione di un container utilizzato come deposito per gli attrezzi all’interno di un cantiere edile. A seguito dell’informazione acquisita, i militari si recavano sul posto constatando la veridicità della notizia.
Pochi giorni dopo, il titolare dell’impresa riceveva una telefonata da una cabina telefonica in cui un uomo, presentatosi come colui il quale aveva sparato contro il container, invitava il titolare dell’impresa a cercarsi un “amico”. L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché con metodiche investigative tradizionali basate sulla conoscenza del territorio e dei soggetti di interesse operativo, consentiva in breve tempo di identificare l’autore della telefonata in Capozio Giuseppe: fondamentale, al riguardo, l’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio di Avola nei pressi della cabina telefonica utilizzata per la telefonata.
Il secondo episodio delittuoso avveniva qualche giorno dopo con un ulteriore danno del cantiere: la notte tra il 12 ed il 13 marzo, infatti, dopo essersi introdotti nel cantiere, alcuni soggetti davano alle fiamme le porte del deposito attrezzi. Il 20 aprile si verifica un ulteriore episodio di particolare rilievo: un uomo si presentava all’interno del cantiere e, dopo aver avvicinato un operaio, gli consegnava il proprio numero di telefono cellulare riferendo di essere al corrente di quanto stava accadendo, invitandolo a riferire al titolare della ditta di contattarlo. L’uomo in questione veniva identificato in Paolo Zuppardo. Sua, infatti, era l’utenza cellulare riportata sul biglietto manoscritto lasciato agli operai.
Infine, nei primi giorni di maggio, all’interno dell’autovettura utilizzata dai due indagati veniva captata una intercettazione ambientale dal contenuto inequivocabile effettuata mentre si stavano recando dall’imprenditore ad offrire la loro “protezione”. Tale dialogo disvelava in maniera chiara l’intenzione di commettere un ulteriore atto intimidatorio, consistito addirittura nel far cadere un ponteggio, finalizzato a costringere l’imprenditore a cedere alle richieste estorsive corrispondendo delle somme di denaro o, in alternativa, sottostando alle indicazioni di personale da assumere.
Si evidenzia come l’impresa vittima dei danneggiamenti non abbia mai cercato mediazioni con gli autori e abbia anzi confidato nel celere e tempestivo intervento delle forze dell’ordine e della magistratura, concretizzatosi, poi, in maniera efficace, a distanza di pochissime settimane dai fatti.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono in corso ulteriori indagini al fine di acclarare il coinvolgimento di altri soggetti nell’ambito del delitto in questione nonché accertare eventuali collegamenti tra gli odierni arrestati e sodalizi criminali di stampo mafioso operanti nella zona sud della provincia di Siracusa.
L’attività investigativa, condotta con intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha portato a individuare Capozio come l’autore della telefonata. Pochi giorni dopo al cantiere è stato appiccato un rogo. Poi la vittima ha ricevuto la visita di Zuppardo. Ma non si è piegato alle richieste e ha collaborato coi carabinieri.