Dall’inquinamento all’abusivismo edilizio, dalla mala depurazione alla cattiva gestione dei rifiuti, all’assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità, nel 2022 lungo le coste italiane sono state 13.229 le infrazioni contestate, pari a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa.
Sono aumentati gli illeciti amministrativi, pari a 8.499 (+24,2% rispetto al 2021) e le sanzioni, 8.935 quelle comminate (+47,7%). In diminuzione, invece, il numero di reati (4.730, -32,9%) e delle persone denunciate o arrestate (4.844, -43,6%) e dei sequestri (1.623, -51,7%), per un valore economico di oltre 385 milioni di euro.
La Campania si conferma prima in classifica: nel 2022 ha contato 1.245 reati e da sola rappresenta il 26,3% del totale nazionale. Seguono Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Sono alcuni dati diffusi da Legambiente in un’anteprima del dossier Mare Monstrum sulle illegalità connesse all’inquinamento del mare relativi alla gestione dei rifiuti, agli scarichi e alla mala depurazione, frutto di un’elaborazione dei dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto.
Il Cigno verde illustra cinque proposte per procedere verso la piena ed effettiva depurazione delle acque reflue:
1. Rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione;
2. Valorizzare le acque reflue depurate con il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura;
3. Rafforzare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale e delle forze dell’ordine contro gli scarichi illegali;
4. Regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (ad esempio acque nere e grigie, acque di sentina);
5. Promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e riciclo e per la migliore tutela del mare e della costa.
“La salute dei nostri mari e laghi non può più attendere – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Lo dicono i dati di Mare Monstrum e dei monitoraggi annuali delle nostre Golette, ma anche le quattro procedure d’infrazione dell’Ue attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione che sono costate già 142 milioni di euro. Fermare subito gli scarichi illegali e utilizzare al meglio i fondi del Pnrr per costruire nuovi depuratori e implementare quelli esistenti, in favore di riuso delle acque e recupero dei fanghi, e completare la rete fognaria devono essere le priorità per il Governo“.