Dopo il sequestro dell’impianto di depurazione di Passo Abate dell’Aspecon, l’azienda speciale del Comune di Noto, che inquinerebbe le acque del fiume Asinaro, la Procura di Siracusa ha spiegato che “risulta verificata una compromissione dell’ecosistema del fiume Asinaro derivante dallo sversamento di reflui urbani, in parte scaricati direttamente nel fiume e in parte confluiti dopo l’immissione all’interno del depuratore“. L’impianto è risultato “privo di capacità depurativa“.
Il sequestro ha riguardato l’impianto di depurazione, i singoli punti di scarico, e la società Aspecon. Il gip ha nominato un amministratore giudiziario.
Nell’ambito del procedimento risultano indagati, con l’accusa di inquinamento ambientale colposo, l’attuale sindaco di Noto Corrado Figura, l’ex sindaco Corrado Bonfanti, l’ex direttore generale dell’Aspecon Rosario Fiore, il direttore attuale Alessandro Aiello, alcuni ex membri del consiglio di amministrazione e l’ex commissario straordinario.
Il Procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino che coordina l’inchiesta sullo sversamento dei reflui urbani di Noto ha dichiarato: “Dagli approfondimenti sinora condotti, comprensivi di una consulenza assunta in contraddittorio con le parti, risulta allo stato verificata una compromissione dell’ecosistema del fiume Asinaro“.
Secondo quanto emerge dagli accertamenti, compiuti dal personale tecnico del Nictas, Nucleo investigativo circondariale tutela ambientale e sanitaria, i reflui sarebbero stati “in parte scaricati direttamente nel fiume Asinaro e, in altra parte, confluiti nel fiume dopo l’immissione all’interno del depuratore di Passo Abate“.
Inoltre, gli esperti della Procura hanno rilevato, come sostenuto dal Procuratore di Siracusa, che “tale impianto, tuttavia, anche a seguito di sopralluoghi effettuati direttamente all’interno della struttura, è risultato privo di capacità depurativa“.
In particolare, nella tesi degli inquirenti, “i reflui urbani immessi in tale depuratore dunque non ricevevano un trattamento adeguato e confluivano pertanto all’interno dell’Asinaro con un carico inquinante sostanzialmente uguale a quello originario“.