• 26 Gennaio 2025 20:37

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Allarme epidemia di morbillo, Sicilia la regione più colpita: l’appello per la vaccinazione

Diredazione SB

Gen 18, 2025

“Dal 1° gennaio 2024 al 30 novembre 2024, in Italia sono stati notificati 991 casi di morbillo, di cui 907 confermati in laboratorio (91,5%), 30 probabili e 54 possibili. Di questi, 71 casi (7,2%) risultano importati. Sono 18 le Regioni e Province Autonome che hanno segnalato casi, con otto Regioni, tra cui la Sicilia, che hanno registrato l’86,2% del totale dei casi (854 su 991). A livello nazionale, l’incidenza è pari a 18,3 casi per milione di abitanti, mentre in Sicilia si attesta a 35,3 casi per milione“. È quanto riportato nel bollettino Morbillo & Rosolia News di gennaio 2025, curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale, l’Italia ha registrato un aumento significativo dei casi di morbillo nel corso del 2024, in linea con l’allarme lanciato dall’Ecdc per l’Europa. Solo nel mese di novembre, sono stati segnalati 53 nuovi casi in 18 regioni; 8 di esse (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria) costituiscono da sole l’85,1% dei contagi totali. Si tratta di una patologia molto contagiosa e potenzialmente grave, che può causare complicanze come encefaliti, polmoniti, trombocitopenia, convulsioni e, talvolta, il decesso.

Il virus

Il virus si diffonde per via aerea, il che rende fondamentale la copertura immunitaria della popolazione per evitare focolai epidemici. Eppure, le stime ufficiali parlano di 1.045 casi, una cifra significativamente superiore rispetto all’anno precedente. E la stragrande maggioranza, oltre il 90%, riguarda persone non vaccinate.

Come si trasmette

Il morbillo è altamente contagioso, con un numero di riproduzione di base tra 12 e 18. Il 90% delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contrae la malattia. Nei Paesi a clima temperato, il picco d’incidenza avviene verso la fine dell’inverno e a primavera. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee e le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. Il virus rimane infettivo nell’aria e sulle superfici infette fino a due ore. La contagiosità si protrae da quattro giorni prima a quattro giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea.

I sintomi

I primi sintomi si presentano dopo un periodo di incubazione che varia da sette a 18 giorni (in media 10-12 giorni) e sono simili a quelli di un raffreddore (tosse, rinite, congiuntivite), con malessere e febbre che diventa sempre più alta (fino a 39 °C-40,5 °C). Dopo un periodo che varia da due a quattro giorni appare l’eruzione cutanea caratteristica, inizialmente sul volto e sul collo e poi, nell’arco di due o tre giorni, su tutto il resto del corpo. L’esantema dura da tre a sette giorni e poi scompare seguendo l’ordine di insorgenza, talvolta terminando con una leggera desquamazione che può passare inosservata. La febbre solitamente persiste per due o tre giorni dopo la comparsa dell’esantema e la tosse può persistere fino a 10 giorni.

L’invito dei medici a vaccinarsi

“In questo contesto, – spiega Salvatore Sidoti, Direttore del Servizio Prevenzione Epidemiologica e Medicina Preventiva dell’Asp di Messina e responsabile Spem – si rivolge un forte invito alla popolazione per effettuare la vaccinazione contro il morbillo, che è gratuita e disponibile presso i Centri Vaccinali Asp dell’Isola. La vaccinazione rappresenta l’unico strumento efficace per prevenire il morbillo e le sue gravi complicanze. È fondamentale che i medici di medicina generale facciano un forte appello ai propri pazienti riguardo all’importanza della vaccinazione contro il morbillo. La prevenzione è la chiave per proteggere la salute pubblica e fermare la diffusione di questa malattia altamente contagiosa“.

“La vaccinazione è un’arma efficace e sicura per prevenire malattie gravi e per garantire un futuro più sano. Facciamo appello – ha concluso – a tutti i medici affinché promuovano attivamente la vaccinazione, fornendo informazioni chiare e supporto alle famiglie, affinché possano prendere decisioni consapevoli per la salute dei loro figli”.

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