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Abbandono scolastico, Italia tra le peggiori in Europa: Sicilia maglia nera

Diredazione SB

Feb 5, 2025

La Sicilia è tra le regioni italiane con il più alto tasso di abbandono scolastico, pari al 17,1%, appena dietro alla Sardegna (17,3%) e seguita dalla Campania (16%). Un dato allarmante che colloca l’Isola tra le 20 peggiori regioni d’Europa per dispersione scolastica, esponendola a un futuro di crescente marginalizzazione. A livello nazionale, l’Italia si posiziona al quinto posto in Europa per numero di studenti che lasciano la scuola, con un tasso di 10,5%, ben oltre il limite massimo del 9% fissato dall’UE nella Strategia 2030. È quanto emerge da un’analisi del Centro Studi della Fondazione Articolo 49, presentata a Roma.

Un problema che riguarda tutto il Sud
Oltre alla Sicilia e alla Sardegna, anche altre regioni del Sud Italia registrano numeri critici. La Campania ha un tasso di dispersione del 16%, mentre la provincia autonoma di Bolzano si attesta al 16,2%. Complessivamente, 11 regioni su 21 (considerando anche Trento e Bolzano) sono fuori dai parametri europei.

Di contro, le regioni con il minor tasso di dispersione scolastica sono Umbria (5,6%), Lazio e Marche (6,1%).

Italia tra i peggiori Paesi in Europa
L’Italia è in compagnia di Romania, Spagna, Germania e Ungheria tra i Paesi con i tassi più alti di abbandono scolastico. Al contrario, i migliori sistemi educativi in Europa sono quelli di:

Croazia (2%)
Grecia e Polonia (3,7%)
Irlanda (4%)

Investimenti insufficienti nell’istruzione
Uno dei motivi principali della dispersione scolastica in Italia è il basso investimento nell’istruzione. Il nostro Paese destina solo il 4,1% del PIL all’educazione, risultando quinto peggior paese in Europa in questa classifica. Peggio fanno solo Irlanda, Romania, Grecia e Bulgaria.

In confronto, i paesi che investono di più nel settore educativo sono:

Svezia (7,1%)
Belgio (6,3%)
Estonia (5,8%)

Un’emergenza da affrontare subito
La correlazione tra bassi investimenti e alta dispersione scolastica è evidente, e senza un piano concreto per rafforzare il sistema scolastico e supportare gli studenti più a rischio, la Sicilia e il resto del Sud rischiano di pagare il prezzo più alto. Serve un intervento immediato per garantire ai giovani un futuro scolastico e lavorativo migliore e per evitare che il divario con il resto d’Europa diventi ancora più ampio. 

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