L’Istat ha reso noti i dati del censimento della popolazione relativo al 2021. In Sicilia ci sono 4.833.329 residenti, sostanzialmente in linea rispetto al 2020 (-376 individui) e in calo del 3,4% rispetto al 2011.La stazionarietà rispetto al 2020 – dice Istat – è frutto della somma di una componente negativa, costituita dal saldo naturale e da quello migratorio interno, cui si contrappone una componente positiva, rappresentata dal saldo migratorio con l’estero e dalla correzione censuaria. Il tasso di mortalità è cresciuto dal’11,4 per mille del 2020 al 12,2 per mille del 2021, con un picco del 13,5 per mille registrato nella provincia di Messina.
Gli stranieri censiti sono 184.605 (-1.590 rispetto al 2020), 3,7 cittadini ogni 100 censiti. Provengono da 164 Paesi, prevalentemente da Romania (24,9%), Tunisia (11,8%) e Marocco (8,5%).
Le donne sono il 51,3% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 125mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si è innalzata rispetto al 2020 da 44,7 a 44,9 anni.
Catania e Ragusa sono le province più giovani (44 anni) mentre Messina ed Enna quelle più anziane (rispettivamente 46,6 e 46,2 anni).
Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano, rispettivamente, lo 0,9% e il 4,4% dei residenti; il 33,1% dei residenti ha conseguito il diploma di scuola media, il 32,2% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 13,3% possiede un titolo accademico.
Crescono gli occupati rispetto al 2011 (9.285 persone in più, +0,6%), soprattutto fra le donne (+6,8%), mentre diminuiscono le persone in cerca di occupazione (-33,1%), in particolare per la componente femminile (circa 79mila unità in meno, pari al -39,8%).