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Aretusa Park, la direttrice vieta l’ingresso al cane guida di un non vedente. Lui: “Calpestata la legge”. Lei: “E’ il regolamento”. E voi lettori che ne pensate?

DiMaurilio Abela

Ago 22, 2023

“Vietato l’ingresso agli animali”. E’ la risposta che Manuela Gennaro, direttrice dell’Acquapark di contrada Spalla, in territorio di Melilli, ha dato sabato pomeriggio a Salvatore Cocciro, cliente non vedente arrivato da Ispica insieme alla sua famiglia per godersi qualche ora di relax nella struttura di contrada Spalla. L’uomo era anche in compagnia del suo cane guida, un labrador, al quale non è stato consentito l’accesso. Ne è nata un’aspra polemica, culminata nell’arrivo dei Carabinieri. La direttrice però è rimasta ferma sulle sue posizioni “e i militari dell’Arma – racconta Cocciro – non hanno potuto far altro che prenderne atto, comunicandomi che non avrebbero potuto obbligarla a farmi entrare insieme al mio accompagnatore a 4 zampe. Ho provato a spiegare alla responsabile della struttura che esiste una legge nazionale del 1974 che prevede l’ingresso dei cani guida per non vedenti in tutte le strutture pubbliche e private, ma è rimasta ferma sulle sue posizioni. Mi è stato risposto che, in mancanza di un’autorizzazione sanitaria da parte dell’Asp, non avrebbe fatto entrare il cane. Mia moglie le ha anche spiegato che il cane è addestrato, non avrebbe fatto i suoi bisogni all’interno della struttura e lo avremmo tenuto con noi sotto l’ombrellone. Il suo atteggiamento è stato di totale chiusura. Pertanto siamo dovuti tornare a casa. Mi riservo di presentare formale denuncia sull’accaduto agli organi competenti”.

Dal canto suo la direttrice di difende, raccontando la sua versione dei fatti: “Il regolamento della struttura – spiega – vieta l’ingresso agli animali sia per motivi igienico sanitari sia perché potrebbero recare fastidio alla clientela. La loro presenza è incompatibile con un contesto acquatico dove vengono effettuate analisi periodiche e ci sono autorizzazioni sanitarie da rispettare. Tutto mi si può dire tranne che non sia una persona sensibile. Il cliente in questione era accompagnato da altre 4 persone e non aveva la necessità di avere con sé il cane guida. Sarebbe potuto entrare con i suoi familiari. Il suo mi è parso un modo pretestuoso per fare polemica a tutti i costi. Comprendo la sua rabbia, ma non possono rischiare la salute pubblica per fare entrare un cane”.

Fin qui quanto accaduto ad Aretusa Park. E voi lettori, cosa ne pensate?

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