Il tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti è sempre caldo. Nelle scorse ore è andato in scena un incontro organizzato da ANCI Sicilia, dal titolo “La gestione dei rifiuti in Sicilia: i termovalorizzatori?”, che ha visto la partecipazione di Tommaso Castronovo di Legambiente e Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale nonché ex direttore della Protezione Civile.
“Un sistema che registra inadeguatezza di impiantistica”
“Dal 2014 l’ANCI Sicilia denuncia, in merito al sistema integrato dei rifiuti, uno stato di calamità istituzionale per molti versi provocato da cambi continui e repentini di leggi sulla governance con conseguenti sovrapposizioni nella gestione che, in pratica, non è riuscita ad affrontare le esigenze del territorio“. Sono le parole di Leoluca Orlando, presidente dell’ANCI Sicilia.
“In Sicilia il sistema di gestione dei rifiuti è fondato sull’oligopolio e su pochi interessi privati – prosegue Orlando -. Un sistema che registra un’assoluta inadeguatezza di impiantistica che per anni ha determinato vistosi disservizi, rappresentando un danno per strutture e impianti pubblici ed un aggravio di costi per comuni e cittadini. L’ANCI Sicilia è intervenuta in tutte le sedi competenti per denunciare gli effetti di questo sistema fondato su un ‘ricatto’ in base al quale, nel breve periodo, l’unica alternativa al conferimento nelle poche discariche operanti è quella di avere i rifiuti per strada con le evidenti gravi conseguenze anche sul piano sanitario. Il senso di questo incontro è, quindi, fotografare soluzioni adeguate per uscire dall’emergenza con una logica progettuale”.
Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione, ha spiegato che nel corso del meeting sono state messe a confronto due posizioni diverse “con l’obiettivo, seguendo il principio di Luigi Einaudi, di conoscere per deliberare. Da decenni ci confrontiamo su un’emergenza che non è solo ambientale ma anche finanziaria, poiché molti comuni dell’Isola si trovano in dissesto o pre dissesto anche per le difficoltà legate alla riscossione della Tari. Seppure consapevoli che negli ultimi anni molti comuni abbiano fatto uno sforzo poderoso nella raccolta differenziata, molti hanno superato la soglia del 65%, resta in sospeso il tema dell’impiantistica legata non solo alla realizzazione dei termovalorizzatori ma anche dei centri di compostaggio e delle centrali di trasferenza. In questi giorni, purtroppo come accade sempre in estate, vediamo proliferare in molte strade cittadine micro discariche che deturpano l’ambiente e che mettono in grave pericolo la salute pubblica – conclude -. Per questi motivi abbiamo sentito i pro e i contro su un tema fondamentale cercando di interrogarci e di dare risposte senza pregiudizi”.
Termovalorizzatori, il parere di Legambiente e Bertolaso
Castronovo di Legambiente ha sottolineato che l’unico piano possibile sia l’economia circolare che consiste nella riduzione della quantità di immondizia prodotta e nel potenziamento della raccolta differenziata. L’obiettivo quindi è quello di dimezzare l’enorme quantità annua di rifiuti indifferenziati e recuperare, tramite nuove filiere impiantistiche, ulteriore materia. Legambiente da sempre è contraria agli inceneritori non ritenendoli una soluzione per gestire i rifiuti.
“Occorre, invece, spingere sulla raccolta differenziata, unico modo per chiudere le discariche – dichiara Castronovo -. Inoltre, i termovalorizzatori sono a tutti gli effetti impianti industriali che immettono nell’atmosfera agenti inquinanti dando un contributo decisivo ai cambiamenti climatici”.
Dal canto suo Bertolaso ha parlato della sua esperienza con l’inceneritore di Acerra. L’ex membro della Protezione Civile ha precisato che “solo nel 2016 sono stati prodotti 630.000 MWh di energia elettrica, sono state evitate circa 115mila tonnellate di emissioni di CO2 e 230mila famiglie hanno utilizzato l’energia elettrica prodotta nell’impianto”.
Nella provincia autonoma di Bolzano, spiega Bertolaso, la raccolta differenziata sfiora “il 100%, una encomiabile gestione dell’umido e una gestione del riciclo all’avanguardia si accompagna alla presenza sul territorio di un termovalorizzatore“.