Anche quest’anno Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, nel corso della tappa siciliana, ha analizzato, tra i vari tratti di coste, anche quelle di Augusta.
Per il secondo anno consecutivo sono state esaminate le acque della spiaggetta delle Grazie in pieno centro urbano. Si tratta di uno dei luoghi più amati e frequentati dagli augustani, nonostante viga il divieto di balneazione. I parametri presi in esame sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).
Le analisi hanno nuovamente riscontrato che il campione rientra nei valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010). Nonostante ciò quel tratto di mare rimane ancora non idoneo a causa del generale divieto di balneazione esistente nel golfo Xifonio e principalmente dovuto alla mancanza di sistemi di depurazione.
“A sette anni dal commissariamento (giugno 2015) non è stato finora pubblicato e reso noto il progetto esecutivo degli interventi né è iniziata alcuna opera di collettamento e di depurazione dei reflui urbani – afferma Enzo Parisi di Legambiente Augusta – . Di anno in anno ascoltiamo i commissari e sub-commissari assicurare l’imminente avvio dei lavori per la risoluzione di queste storiche criticità ambientali nel settore fognario e depurativo del territorio di Augusta”.
“Il progetto esecutivo che a gennaio di quest’anno si annunciava sarebbe stato pronto a breve, e sulla base del quale dovrebbe indirsi la gara d’appalto per i lavori, non è stato ancora reso noto – prosegue Parisi -. Sappiamo che il mese scorso è stata presentata all’assessorato Territorio e Ambiente della Regione, ai fini della Verifica di Assoggettabilità a Via e alla Valutazione di Incidenza Ambientale, la parte di progetto che prevede la realizzazione ex novo della condotta fognaria da Augusta (punto zero, PØ) a Punta Cugno, il rifacimento del depuratore semidistrutto e la posa lungo il pontile consortile di una condotta di scarico a mare dei reflui depurati”.
“Dalla documentazione presentata si deducono alcuni elementi – aggiunge l’ambientalista – . La esistente condotta – mai entrata in esercizio – che dalla stazione di pompaggio PØ (da realizzare in prossimità dell’ingresso della città) giunge fino a Punta Cugno è inutilizzabile e va costruita ex novo. Dei circa 5 chilometri esistenti si recupereranno solo i 30 metri di attraversamento sotterraneo della linea ferrata. Benché il pertinente studio di fattibilità non sia stato pubblicato, si apprende che l’agglomerato di Agnone (1.000 residenti stabili che si stima diventino 16.000 in estate) non avrà, come invece si auspicava, un suo depuratore. L’impianto di depurazione di Punta Cugno sarà comunque dimensionato per trattare in un imprecisato futuro anche i reflui di Agnone. Una lunga condotta porterebbe i reflui da Agnone alla stazione di sollevamento PØ e poi, tramite la nuova condotta, fino a Punta Cugno”.