E’ cessata la notte scorsa la nuova fase eruttiva dal cratere di Sud-Est dell’Etna, che è stata spettacolare e intensa, anche per l’elevata energia interna alla struttura vulcanica. La ‘fontana di lava’ si è spenta e la nube eruttiva, alta circa otto/dieci chilometri, emessa dal cratere si è dispersa sul settore occidentale del vulcano. Il flusso lavico nella notte è però apparso ancora alimentato e il fronte più avanzato si attesta a circa 2.700 metri di quota. E’ quanto emerge dalle osservazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania. L’ampiezza media del tremore vulcanico, dopo aver raggiunto il valore massimo alle 22 di ieri, ha subito una rapida diminuzione riportandosi nel livello medio, dove al momento ancora si mantiene mostrando, però, una tendenza ad un ulteriore decremento. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico rimane localizzato nell’area del cratere di Sud Est ad una elevazione di circa 2.900 metri sopra il livello del mare.
“È un’ulteriore dimostrazione – continua – che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e per questo occorre un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. “È un’ emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni – conclude la Coldiretti – serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili anche alla luce dei rincari che gravano sulle imprese”.
“Un anno di cenere. L’eruzione dell’Etna di ieri segna infatti quasi l’anniversario della prima forte eruzione del 16 febbraio 2021 e torna per gli agricoltori l’incubo della cenere sulle colture”. Lo afferma Coldiretti Sicilia, che sta monitorando la situazione dopo l’emissione di una nube alta 8 km, “che porterà disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo e delle strade rurali”.
“E’ un’ulteriore dimostrazione – continua – che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e per questo occorre un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. “È un’ emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni – conclude la Coldiretti – serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili anche alla luce dei rincari che gravano sulle imprese”.
Intanto persiste sull’Etna una debole e discontinua attività esplosiva intracraterica che produce una debole emissione di cenere, dispersa nell’atmosfera nel settore Nord Occidentale del vulcano. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo. Il parossismo dei giorni scorsi è stato certamente “uno dei più spettacolari che abbiamo visto in questi ultimi 12 mesi, fra tantissimi altri parossismi spettacolari” ma anche ” molto violento”.