Il sindacato unitario dei chimici esprime forte preoccupazione per le prescrizioni AIA assegnate dal Mite all’Isab di Priolo, in particolare all’impianto IGCC, centrale di cogenerazione per l’energia elettrica. Una limitazione nell’attività quotidiana dell’impianto industriale che potrebbe mettere in discussione la produzione dell’impianto stesso. I Segretari
Generali di Filctem, Femca e Uiltec, Fiorenzo Amato, Alessandro Tripoli e Seby Accolla, lanciano un grido d’allarme “per il futuro dell’area industriale Siracusana e sono pronti ad azioni di protesta per difendere il futuro dei dipendenti Isab e in generale dei lavoratori del nostro territorio”. I dipendenti dell’azienda, in concomitanza al momento di crisi derivante anche dalla pandemia da Covid-19, da oltre un anno hanno accettato le condizioni poste dall’azienda in questione, con il ricorso alla cassa integrazione ed ad altre misure straordinarie, esponendosi a grandi sacrifici economici pur di avere
garantito il proprio futuro e quello della società per cui lavorano. Per questi motivi, i sindacati chiedono al Mite, “di rivedere la formulazione delle prescrizioni e di fermarsi a discutere con tutte le parti sociali, prima che le stesse prescrizioni vengano rese applicative tramite il decreto attuativo. Allo stato attuale si ritiene inaccettabile che si parli di perdite di posti di lavoro da parte della proprietà”.
Si ravvisa, pertanto, l’apertura di una vertenza che parta dal nostro territorio e veda il coinvolgimento delle strutture sindacali regionali e nazionali, tra l’altro già attive nelle vertenze di Milazzo e Gela. Il compito del sindacato, in maniera unitaria, “è quello di garantire il lavoro e di richiamare l’attenzione della politica, in particolare regionale, al rilancio di un obbiettivo comune senza che nessuno si prenda il merito o attribuisca demeriti ad altri, in quanto l’interesse principale è quello della salvaguardia delle nostre aziende e dell’occupazione, nel rispetto della sostenibilità e dell’ambiente. La principale preoccupazione al momento è la chiusura dell’impianto. Qualcuno dovrebbe rendersi conto che in gioco non c’è solo il futuro della nostra area industriale, ma dell’intera economia territoriale”.