Ancora un grave episodio tra le sbarre si è verificato, stamattina, nella casa di reclusione di Augusta. Non si ferma la spirale di violenza nelle carceri siciliane, dunque, e dopo le tre recentissime aggressioni a poliziotti nel penitenziario di Piazza Lanza a Catania, è nella struttura detentiva di contrada Piano Ippolito, nel territorio megarese che si è verificato un altro episodio di violenza fisica ai danni di un agente in servizio. La denuncia è della segreteria locale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe: “Alle ore 11,00 di ieri, due detenuti extracomunitari hanno colpito a pugni, proditoriamente e alle spalle, un poliziotto di servizio. L’emergenza è frutto soprattutto di politiche sbagliate. Da 4 anni, l’amministrazione penitenziaria ha inteso utilizzare politiche gestionali che si sono rivelate fallimentari e pericolose. Ma è come se i vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non si rendessero conto della nostra reale situazione. Gli stranieri detenuti, che sono un terzo del totale, hanno capito velocemente che, da noi, la disciplina non esiste. Si sentono e sono impuniti, sanno che comunque vada non rischiano nulla. È anche per questo che aumentano non soltanto le violenze, come mostrano le ultime aggressioni alla casa di reclusione di Augusta e a Catania Piazza Lanza, in grave carenza organica da anni, circa 40 unità di una pianta organica surreale e non conforme alla realtà”.
Il sindacato ricorda che Augusta è al collasso. “Se serve, manifesteremo ad oltranza. La Sicilia – sottolinea Capece – ha bisogno di uomini, no di tagli, assumete il personale. La segreteria locale con il suo segretario provinciale Salvatore Gagliani e la segreteria generale della Sicilia nella persona del dirigente sindacale, Calogero Navarra, sono vicino al poliziotto trasportato d’urgenza all’ospedale con ambulanza e ai loro familiari che vivono ore di apprensione e ansia”. Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà e parole di apprezzamento per il poliziotto ferito ad Augusta: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari della Sicilia e del Paese, contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”. “Auspico – conclude il sindacalista – che il ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria pensino di dotare anche il personale di Polizia penitenziaria di strumenti di difesa utili a fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge”.