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Il sindacato in treno per verificare le condizioni della tratta ferroviaria del sud est della Sicilia

DiMaurilio Abela

Mar 25, 2019

“Un viaggio naturalisticamente meraviglioso, ma socialmente inaccettabile. Il Governatore Musumeci venga sulla Siracusa-Ragusa per rendersi conto dello stato di questo tratto ferroviario dove si viaggia ancora a gasolio, su littorine del 1976, con posti in piedi nonostante il biglietto pieno e al caldo.”

Siracusa-Ragusa andata e ritorno. Una giornata che Cgil Cisl e Uil delle due province hanno trascorso a bordo del treno che le collega. I segretari generali Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò, alla testa di una delegazione di oltre 70 persone, tra dirigenti e rappresentanti delle diverse categorie, hanno preso posto sul Regionale 12824, in partenza da Siracusa alle 10.32, per raggiungere il capoluogo ibleo intorno alle 13, con circa mezz’ora di ritardo.

A sostegno dell’iniziativa del sindacato unitario, i sindaci della dorsale del Sud Est. Il primo cittadino di Siracusa, Francesco Italia, che ha portato il suo saluto alla partenza, quella di Avola, Luca Cannata, che ha viaggiato a bordo del convoglio fino a Noto, quello di Pozzallo, Roberto Ammatuna, di Scicli, Vincenzo Giannone, e di Ragusa, Peppe Cassì, hanno sottolineato la strategicità del collegamento ferroviario per questa parte di Sicilia.

“Abbiamo toccato con mano lo stato in cui versa il trasporto su rotaia – hanno sottolineato Alosi, Sanzaro e Munafò – Condizioni di fatiscenza assoluta del treno, considerando che attraversa una lunga area patrimonio dell’Unesco. Problemi per l’ambiente evidenti; si innescano investimenti per le auto elettriche e qui si continua ad usare il carburante. E poi la stessa RFI che non ha, evidentemente, colto lo spirito di questa iniziativa e ha messo in campo un fastidio evidente. In alcune stazioni, dove siamo scesi per raccogliere la solidarietà dei sindaci, è stato necessario anche l’intervento degli agenti per evitare tensioni inutile con una parte del personale.”

Il treno ha una capienza di 68 posti a sedere, di altri 30 posti in piedi, distribuiti nei tre corridoi, e una tolleranza del totale passeggeri – come hanno riferito stamattina i tecnici – legata al peso complessivo.”

“Oggi abbiamo sperimentato, insieme ad una trentina di turisti, lo stato dei trasporti su questa linea – hanno aggiunto i segretari generali del sindacato – Qui ci viene rimbalzata una competenza e una responsabilità tra Regione e RFI. Noi chiediamo che il gruppo dirigente e la politica si facciano carico del rilancio del treno. Una perequazione dei trasporti passa attraverso convogli più moderni, tratte più veloci, prezzi adeguati.

Ci auguriamo che l’assenza dei deputati regionali e nazionali, pur invitati, sia dovuta ad impegni istituzionali. Noi non abbiamo nessuna intenzione di interrompere oggi il nostro viaggio e continueremo a chiedere giustizia sociale per il sud est.”

Alla stazione di arrivo servizi igienici chiusi, sala d’attesa con porte ben chiuse e quindi senza via di fuga, macchinetta per i biglietti abilitata soltanto al bancomat.

“Qualcuno deve assumersi la responsabilità di dire se le ferrovie devono essere smantellate in questa parte della regione – hanno concluso Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò – Lo dicano ora e subito perché quello che abbiamo visto oggi è il chiaro segnale di un disimpegno delle ferrovie.”

 

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