Proseguono gli incontri culturali promossi dalla sezione provinciale di Italia Nostra Siracusa al Circolo Unione. Ieri pomeriggio, la presidente Lucia Acerra ha tenuto una conferenza dal titolo: “La presenza degli Ebrei a Siracusa”.
Acerra, partendo da una piccola introduzione sull’impianto urbanistico del centro storico di Ortigia elencando alcune delle peculiarità dei quattro quartieri, si è soffermata sulla Giudecca o quartiere ebraico. La presidente ha spiegato che i primi insediamenti di ebrei in città risalgono al periodo della dominazione romana e la comunità era la seconda colonia ebraica della Sicilia dopo Palermo. Gli Ebrei erano malvisti dai siracusani perché erano indispensabili per l’economia della città. Essi per la permanenza a Siracusa pagavano una tassa giornaliera, la gizya, e dovevano mantenere la spesa della cera per l’illuminazione della regia e per le riparazioni delle fortificazioni. Con l’editto del 1492, ha continuato a spiegare la professoressa Acerra, emanato dal re Ferdinando il Cattolico, gli Ebrei furono cacciati da tutti i possedimenti dell’impero, creando una profonda crisi economica. Ma nel frattempo vi fu una mossa furba, voluta dal vescovo Dalmazio che concesse a quelli che si convertivano al Cristianesimo, di perdere solamente il 40% dei loro averi causando anche problemi interni ai coniugi in quanto, probabilmente, si convertiva uno solo e l’altro no.
Alla Giudecca, testimonianze architettoniche e identitarie sono il bagno ebraico o miqweh di palazzo Bianca, la cui scoperta è stata raccontata dalla stessa Acerra, in quanto testimone oculare dell’evento e la chiesa di San Giovanni Battista o S. Giovannello, era ex sinagoga ebraica. Importante oltre le abitazioni per la loro conformazione sono i vicoli della Giudecca che rappresentano le antiche strigas dell’impianto urbanistico ippodameo, voluto dai Greci.
L’incontro si è concluso con un altro argomento quello della croce delle missioni collocata nei pressi della parrocchia Santa Maria della Misericordia e dei Pericoli ai Cappuccini.