A due anni dal varo della Riforma Madia, dopo tanti travagli e non poche polemiche su è giù per l’Italia, arriva in porto la riforma delle Camere di Commercio. Il cui numero scende dalle attuali 95 (ma all’inizio erano 105) a 60, mentre le aziende speciali passano da 96 a 58, con un risparmio complessivo che a regime arriverà a 50 milioni di euro l’anno.
È stato firmato, infatti, ieri dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda il decreto per la riforma ed il riordino delle Camere di Commercio.
Siracusa, Catania e Ragusa saranno accorpate nel capoluogo etneo, in un’unica sede, nonostante lettere di diffida, ricorsi e indagini della Procura. Si va avanti e sembra così esserci la parola fine a questa vicenda.
«Il decreto – ha commentato il ministro Calenda – razionalizza e rende più efficiente l’intero settore. Si è giunti a compimento di un percorso avviato nel 2016 sulla base della proposta di Unioncamere che ha come risultato un piano complessivo di razionalizzazione delle sedi delle singole Camere di commercio. La riforma porterà risparmi importanti, una più razionale riallocazione del personale, maggiori servizi alle imprese e una rimodulazione dell’offerta anche in relazione alle opportunità del piano Industria 4.0».
Attraverso i commissari ad acta si provvederà ad agevolare l’istituzione delle nuove Camere di Commercio derivanti dagli accorpamenti previsti dal Piano di riordino. Viene salvaguardata la presenza di almeno una Camera di Commercio in ciascuna Regione, sulla base dei criteri stabiliti dal decreto legislativo n. 219/2016. La riforma mira ad un maggior dinamismo dell’intero sistema imprenditoriale, ridefinendone i punti di riferimento sul territorio, in ragione degli obiettivi e delle strategie comuni.