L’Area Marina Protetta Plemmirio ha formalmente richiesto chiarimenti in merito alla società Yota srl che sta realizzando un intervento alla rimozione della posidonia spiaggiata, nella località nota come Tonnara di Terrauzza.
La missiva dal Consorzio Plemmirio è stata inviata a tutte le autorità competenti: dal pertinente organo ministeriale, al Comune, alla Capitaneria e fino all’ assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, ente quest’ultimo che ha rilasciato regolare autorizzazione sull’ intervento di rimozione della nota pianta marina, anche con ausilio di mezzi meccanici, ma non di cingolati.
Dall’ oasi marina fanno presente che essendo stati allertati dal provvedimento e sollecitati dalle segnalazioni di molti utenti allarmati per le manovre sulla costa del mezzo meccanico il Consorzio ha dapprima avvisato la Capitaneria di porto di Siracusa e, alla impossibilità di questa di potere effettuare un sopralluogo, ha inviato una squadra di agenti della polizia municipale per controllare quantomeno la corretta esecuzione delle opere.
<<Lascia sgomenti – si legge ancora nella missiva dell’AMP Plemmirio – dover constatare che detto provvedimento autorizzativo viene predisposto e rilasciato senza sentire l’Ente gestore dell’area marina su cui si aggetta la costa interessata dall’ intervento in quanto ricadente in zona B, versante sud, dell’Amp Plemmirio>>.
Un ente, si evidenzia, che sulla questione invece ha una forte competenza in ragione dell’ affidamento in gestione dello specchio acqueo protetto e del relativo sistema costiero per effetto del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare del 2005.
Nella nota si rammenta altresì ai destinatari della missiva, che il Consorzio Plemmirio è stato riconosciuto ed individuato, peraltro dal medesimo assessorato regionale, quale ente gestore del Sito di Importanza Comunitario denominato “fondali del Plemmirio”, Sic marino della Rete Natura 2000, ricadente entro i confini e limiti della stessa area marina.
<<Si vuole semplicemente esprimere il forte disappunto – annotano dall’ente che gestisce l’ Amp – per la scelta di rilasciare una autorizzazione, che comporta la rimozione e lo spostamento di materiale biologico sul litorale di una area marina protetta, senza interpellare questo Consorzio che ormai da oltre un decennio gestisce a Siracusa uno specchio acqueo protetto a livello nazionale in virtù¹ di un decreto ministeriale e che è riconosciuto come ente gestore di un sito di interesse sovranazionale>>.
Dall’ area marina invocano pertanto un autorevole intervento sulla questione e definiscono in conclusione “bizzarro e nello stesso tempo sconfortante il fatto che sul territorio siracusano ciò che può costituire un pregio ed un valore da promuovere lo si deprezzi e lo si squalifichi al punto di ignorarne l’esistenza”.