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Sanità in tilt in Sicilia, i conti non tornano: il ministro Schillaci scrive all’assessore Faraoni

Diredazione SB

Apr 28, 2025

Conti fuori controllo e così la sanità siciliana rischia il blocco dei fondi. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha scritto all’assessorato regionale alla Salute, diretto da Daniela Faraoni, perché i conti non tornano. ”Un buco di 40 milioni di euro – secondo quanto riportato dal quotidiano online TP24 – per i posti letto post Covid, su cui già la Corte dei Conti aveva aperto un fascicolo”.
Gli occhi sono puntati su 39 interventi su cui ci sarebbero 40 milioni di euro in più rispetto al piano elaborato dall’assessorato, si tratta di una somma che non ha alcuna copertura e che riguarda contratti di lavoro edile, servizi e incarichi vari.
Già a marzo, il 19, gli uffici dell’assessorato all’Economia chiedevano ai Direttori Generali un chiarimento sugli investimenti, in particolare per le Asp di Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Trapani, Caltanissetta, e Siracusa.
L’assessore Faraoni ha chiesto anche al direttore della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, una relazione dettagliata.

Cosa rischia la Sicilia
Daniela Faraoni è allarmata, come lo è Roma, perché il rischio concreto è che a seguito di “incongruenze che potrebbero comportare maggiori spese” il ministero blocchi i pagamenti. Quindi di non raggiungere il target. In buona sostanza viene contestata a Iacolino una gestione non oculata e attenta delle risorse e dovrà spiegarlo a Roma. Intanto la proroga di altri due anni, a super burocrate della Sanità, è stata stoppata: solo altri cinque mesi di lavoro e poi si vedrà. Iacolino ”non è gradito a Fratelli d’Italia, anche in virtù di come ha gestito il caso Trapani, facendo apparire Ferdinando Croce come l’unico colpevole e mai menzionando la pec del 18 luglio o altre responsabilità di cui l’assessorato era già prontamente informato”.

Boom di costi
Il nuovo piano, con gestione interna alla Regione, ha quindi avuto un costo di altri 70 milioni. Anche la magistratura contabile aveva acceso i riflettori, pare ci siano 463 mila euro di spese per progetti che non rientravano nel piano.
Anomalie anche per l’ex soggetto attuatore Tuccio D’Urso, a cui l’ex assessore Ruggero Razza aveva dato il ruolo di commissario, tutto a titolo gratuito. Invece D’Urso ”si è autoliquidato 139 mila euro, poiché responsabile unico del procedimento”. Le varianti ai progetti, per un totale di 19,8 milioni di euro, hanno portato il totale a 42,7 milioni. Ma non finisce qui, nel 2023 tutto torna in mano all’assessorato alla Salute, la spesa continua a salire: 67,3 milioni di euro. Una spesa poi ripianata. E adesso bisogna fare i conti con un’altra voragine, ”ci sono 40 milioni che non hanno alcuna copertura”. Ma Iacolino resta al suo posto.

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