La Uilm di Siracusa, attraverso le parole del segretario provinciale Giorgio Miozzi, esprime cautela riguardo ai recenti sviluppi emersi durante l’incontro del 26 febbraio scorso tra Eni e il sindacato. “Per la prima volta, si è discusso anche dei lavoratori dell’indotto – ha detto Miozzi -, un passo importante che speriamo possa portare a ulteriori garanzie per tutti i lavoratori in sede ministeriale”. Tuttavia, Miozzi sottolinea che attualmente si parla solo di un mercato non sostenibile, di profitti e dividendi, mentre il futuro dei lavoratori e dell’intera provincia, che da 70 anni ruota attorno al petrolchimico, rimane in secondo piano. “La crisi attuale potrebbe portare a conseguenze disastrose per una provincia che contribuisce con 16 miliardi di euro annui al governo nazionale e che genera il 60% del PIL locale”. In particolare, la Uilm evidenzia le problematiche legate alla Sasol, con 65 esuberi tra i dipendenti diretti e inevitabili ripercussioni sull’indotto, che rappresentano solo la punta dell’iceberg di una crisi che coinvolgerà l’intero settore petrolchimico. “Per questo motivo, la Uilm ribadisce l’importanza di affrontare la crisi in modo globale – conclude Miozzi -, coinvolgendo tutti gli attori per trovare strategie e politiche che garantiscano un futuro sostenibile per il petrolchimico, per i lavoratori e le loro famiglie, e per l’intera provincia. È fondamentale che tutti prendano consapevolezza delle criticità del nostro petrolchimico. La Uilm invita a una grande mobilitazione, non solo da parte dei lavoratori, ma di tutti i settori della provincia, per accendere un faro su un governo che sembra ignorare la situazione. Pertanto richiamiamo la politica regionale e il governo nazionale a intervenire con urgenza per garantire un futuro a questo petrolchimico, motore trainante dell’economia della provincia di Siracusa”.